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Eccetto residenti

I cartelli stradali, e in genere le regole della convivenza civile, sono validi sempre e per tutti? Forse no. E’ la conclusione a cui siamo arrivati dopo aver ricevuto questa testimonianza di due cittadini catanesi che hanno trascorso il pomeriggio del 25 aprile passeggiando sul lungomare.
Chiudono in fretta i tavoli delle loro bancarelle, raccolgono i cartoni e le mercanzie. Evidentemente c’è un allarme. Siamo a passeggio sul lungomare, dalle parti di piazza Nettuno, nel primo pomeriggio di un giorno festivo, e vediamo gli ambulanti stranieri che si preparano ad allontanarsi, mentre due auto della polizia municipale e alcuni vigili urbani a piedi cominciano a pattugliare la zona.
Forse sono abusivi questi ambulanti, forse sono anche irregolari, non sappiamo, e non è il momento di fermarsi a scambiare due chiacchiere con loro.
Continuiamo la nostra passeggiata. Dopo piazza Tricolore e il monumento ai caduti, pensiamo di entrare nel borgo di San Giovanni Li Cuti per godere della vista ravvicinata del mare. Siamo subito respinti dalla confusione, non di persone ma di auto. Ci chiediamo: ma l’ingresso delle auto nel piccolo borgo marino non era interdetto? Torniamo indietro di qualche metro e verifichiamo. Ci sono non uno ma due cartelli, a destra e a sinistra della strada, che vietano l’accesso, “eccetto residenti”. Ma quanti mai saranno i residenti di San Giovanni Li Cuti? Automobili e moto entrano in continuazione, in qualche momento si forma la fila sin dall’ingresso, i mezzi parcheggiati riempiono tutto il lato destro, quello fronte mare.
Riemergiamo da piazza Tricolore, poco soddisfatti di una passeggiata in cui, per godere del mare, bisognava estraniarsi faticosamente da rumori di clacson e di autoradio, rombare di scooter e odori di gas di scarico.
Da piazza Tricolore torniamo verso piazza Nettuno. Ci sono sempre i vigili che passeggiano avanti e indietro. Gli ambulanti stranieri si sono ormai allontanati quasi del tutto. Ci avviciniamo a due vigili urbani e chiediamo se il divieto di accesso a San Giovanni Li Cuti sia ancora valido. Inizialmente ci guardano con sorpresa, poi mangiano la foglia e uno di loro risponde: “Ci vuole un’ordinanza del Sindaco”. Questa volta siamo noi a non capire e lo dicono le nostre facce dubbiose. “Ci vuole una disposizione dl sindaco per fare i controlli. Buona passeggiata.”
Che dire? Comprendiamo che sono stati mandati lì per uno scopo preciso, cacciar via i rivenditori stranieri di occhiali e collanine. Ma continuiamo a non capire perchè, essendo sul posto, non possano  – anzi debbano – far rispettare un divieto di circolazione, un cartello pubblico stradale che impone una regola che dovrebbe essere osservata dagli automobilisti di qualunque razza, provenienza o classe sociale.
Non è che siano proprio le sanzioni comminate in modo saltuario e imprevedibile ad aver diseducato noi catanesi al rispetto delle norme? O forse il sindaco Stancanelli vuole la “pace sociale” (e la rielezione) e quindi lascia che i catanesi si sentano liberi di infrangere le regole ma protetti dall’ “invadenza” degli stranieri immigrati…

Argo

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  • Che il controllo del territorio e le sanzioni per chi trasgredisce le norme siano mirati a fini che esulano dalla "equità" è dimostrato da episodi che non riguardano solo gli immigrati.
    Qualche giorno fa accompagnando all'aeroporto mio figlio in partenza, parcheggio nella zona partenze dove il cartello indica che la sosta temporanea è permessa per "carico e scarico bagagli". E questo faccio, accompagnando i bagagli di mio figlio all'interno dell'aerostazione. Saranno trascorsi sì e no cinque minuti, appena tornato trovo un solerte vigile che già aveva scritto la multa (evidentemente era nascosto nei pressi in agguato...) e alla mia contestazione risponde, con sorriso empatico e triste, "capisco che è rimasto via pochissimo, ma questi sono gli ordini". Evidentemente il comune deve fare cassa con le multe, per ripianare bilanci in tilt per ben altre trasgressioni; e queste sono le multe più facili da fare.
    Peccato che la motivazione della multa sia "sosta in divieto contrassegnato da cartello" (che invece dice ben altro, nè precisa quanto può ragionevolmente durare lo scarico bagagli).
    E peccato che tante altre auto restano a lungo in sosta in quella zona, magari in doppia fila ma col conducente all'interno anche se pronto alla fuga, visto che si è pensato bene di interdire ai cittadini la zona arrivi e da qualche parte il parente, magari anziano e con tanti bagagli, bisogna pure aspettarlo. Questo sì che crea intralcio e manda in tilt il traffico, ma è meglio evitare discussioni dirette coi cittadini, che potrebbero innervosirsi e reagire male.
    Però mi ha molto colpito lo sguardo triste del vigile, purtroppo non frequente negli "esecutori materiali" consapevoli dell'ingiustizia di ciò che sono costretti a fare ai loro simili, indigeni o immigrati che siano.

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