L’archivio, nato su iniziativa del Centro Studi Pio la Torre, che lo ha promosso insieme alla Presidenza e alla Fondazione della Camera, alla Commissione Antimafia e con la collaborazione di diverse istituzioni e associazioni, nazionali e regionali, si potrà arricchire di molti altri documenti per diventare -come scrive Vito Lo Monaco- “una banca dati dell’antimafia, aperta a tutti, studiosi, studenti, cittadini”. Un modo vero, non retorico, di ricordare La Torre a trenta anni dalla sua morte.
Una conoscenza del passato utile e necessaria a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni che possono trarre dalla memoria la spinta a sentirsi parte in causa e non spettatori.
Abbiamo, ad esempio, raccontato di recente come all’interno di una scuola (il Liceo scientifico “Majorana” di San Giovanni La Punta) gli studenti abbiano avviato un presidio antimafia, organizzandosi per partecipare a Cinisi alla giornata in memoria di Peppino Impastato e realizzando incontri-dibattito su questi temi.
Rimarrà sempre qualcuno che dirà “E basta parlare di mafia”, ma se alcune cose sono cambiate, lo dobbiamo anche alla coscienza civile di tanti cittadini che hanno lottato e mantenuto vigile il loro impegno in favore della legalità.
La lotta alle mafie ha bisogno di tutti noi: di chi analizza l’evoluzione della criminalità organizzata per comprenderne le strategie e i punti deboli; di chi traduce in leggi le modalità per sconfiggerla; di chi indaga e individua i responsabili delle azioni criminali; di chi applica le norme vigenti per impedire che ulteriori azioni delittuose vengano a perpetuarsi.
Perchè tutta la società civile si schieri con decisione contro la mafia, occorre però che si faccia più chiarezza sul danno che la presenza mafiosa procura ad ognuno di noi, sul costo che la collettività paga, anche quando sembra che un singolo possa ricavare dei vantaggi personali.
Mantenersi informati sulle nuove strategie mafiose per l’accumulazione illecita di capitali, sollecitare gli organismi istituzionali anche attraverso denunce e appelli (come ad esempio quelli di Libera), condividere saperi e sensibilità con le giovani generazioni che non hanno conosciuto Pio La Torre o Peppino Impastato sono impegni che vorremmo non passassero di moda.
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su Pio La Torre circolano notizie non proprio confortanti. Li vorrei leggere per la penna di qualche vero esperto e non di un giornalista qualsiasi.