Avrebbero dovuto ripetere il prodigio della pesca miracolosa, hanno ripiegato sul più fattibile “crescete e moltiplicatevi”, riferito però alle poltrone e alle indennità personali piuttosto che ai pesci.
Stiamo parlando dei Consorzi di ripopolamento ittico, l’ennesima perla dei provvedimenti di sostegno all’economia della Regione siciliana. Istituiti con una legge apposita nel 1974, ognuno di essi è formato da un certo numero di Comuni del comprensorio e dalle Province interessate.
Fino al 2005 erano soltanto tre, ma poi l’indimenticabile Cuffaro decise di fare le cose in grande e, in breve, diventarono 11: Golfo di Castellammare, Golfo di Catania, Golfo di Patti, Agrigento 1, Eolie, Golfo di Gela, Golfo di Siracusa, Nebrodi, Peloritani-Jonici, Taormina e Villafranca-Pace del Mela.
Una persona di buon senso penserebbe che gli Enti interessati, dovrebbero avere almeno un requisito fondamentale: avere un rapporto territoriale diretto con il mare. Ma in un paese come il nostro questa idea appare banale e poco lungimirante, e poi gli amici da accontentare non sempre risiedono in riva al mare, ce ne sono tanti anche nei paesi dell’entroterra, magari proprietari di una bella villa in collina con tanto di vista sul mare.
Si è dovuto aspettare il 2010 perché qualcuno facesse notare che questo criterio non poteva funzionare, per cui l’allora Assessore alle politiche agricole e alimentari ha dovuto emettere una serie di decreti di estromissione dai consorzi di ben 22 Comuni “il cui territorio non confina con il mare e che non abbiano nel proprio territorio imprese di conservazione o trasformazione dei prodotti ittici” (**).
La loro mission principale doveva essere quella riequilibrare il patrimonio ittico, attraverso opere di ripopolamento, istituendo aree precluse allo sfruttamento intensivo; avrebbero poi dovuto valorizzare i prodotti della pesca, tutelare il patrimonio ambientale, promuovere attività di ricerca, svolgere attività di formazione, incentivare la creazione di imprese settoriali. Questo e tanto altro si legge nei loro Statuti, scritti praticamente in fotocopia.
Per realizzare tutte queste finalità sarebbero state necessarie professionalità e competenze molto precise, ma intanto occorreva mettere su una struttura di governance, come si dice adesso, che, tradotta nel linguaggio della cultura politica locale significa cimiteri degli elefanti per politici scaduti e fuori corso.
Ecco allora che ognuno di essi è dotato di un consiglio di amministrazione (con indennità per presidente, vicepresidente e 3 componenti), un’assemblea generale (con gettoni di presenza per una quindicina di consiglieri), a cui aggiungere un assortimento di collegi dei revisori dei conti, segretari, consulenti fiscali e scientifici.
Tirando le somme, solo nel 2011 questi Consorzi ci sono costati 1,2 milioni di euro di contributi regionali, ma aggiungendo le somme versate da tutti i Comuni e le Province che ne fanno parte si arriva a superare i 2 milioni di euro.
In tempi più recenti, qualche altra voce impertinente ha fatto notare a un altro Assessore che questi Consorzi, nella quasi totalità, erano “muti come pesci” (giustamente) quanto ad attività e iniziative, ed ecco che l’attuale assessore alle Risorse agricole, Elio D’Antrassi, lo scorso 15 febbraio ha aperto un’indagine ispettiva «per verificare eventuali irregolarità amministrative nel corso degli ultimi anni da tutti i punti di vista: assenza di attività istituzionale, mancati adeguamenti dei compensi, spese e consulenze varie, tentativi di assunzioni».
Se si vanno infatti a spulciare i relativi siti web, certo non messi su gratuitamente, alle voci “attività pubbliche”, “iniziative”, “news”, “scadenze”, quasi sempre non si trova nulla. Quando va bene, qualche inutile convegno, qualche risibile iniziativa di promozione turistica o una frittura di pesce misto per la festa del santo patrono risalgono al 2008. Il Consorzio del Golfo di Gela, più onestamente, non ha neanche il sito, ma in cambio riesce a spendere 120.000 euro senza neanche riunirsi.
In due di questi siti c’è poi una piccola galleria sulle principali specie ittiche della zona, ma una ha solo testo scritto (che ha tutta l’aria di essere stato saccheggiato da qualche enciclopedia), un’altra ha solo le foto, senza una parola aggiunta.
Ma di ripopolamento ittico, in tutti i casi, neanche a parlarne. Che ci sia stata una moria da inquinamento di cui nessuno si è accorto?
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Per la cronaca si tratta della estromissione del comune di Comiso dal consorzio di ripopolamento ittico Golfo di Gela; del comune di Canicattini Bagni dal consorzio del Golfo di Siracusa; dei comuni di Caprileone, Castell’Umberto, Ficarra, Galati Mamertino, Pettineo, San Fratello, San Marco D’Alunzio, S. Salvatore di Fitalia e Sant’Angelo di Brolo dal consorzio dei Nebrodi; dei comuni di Alì, Pagliara e Savoca dal consorzio dei Peloritani – Ionici; dei comuni di Francavilla di Sicilia, Gaggi, Graniti, Mongiuffi Melia e Motta Camastra dal consorzio di Taormina; dei comuni di Gualtieri Sicaminò, Roccavaldina e S. Lucia del Mela dal consorzio di Villafranca -Pace del Mela. (torna al testo)
avete dimenticato i TAVOLI . Sono delle iniziative intelligenti per fare tutto contro legge. Con i tavoli si fanno le cose più disparate. Le conferenze dei servizi servono per fare quel che vuole il capo. Sono solo organizzazioni malavitose che rispondono alli intereesi del capo politico di appartenenza. Nel settore antiraket ci sono poi agglomerati di gente che non fa nulla, non sa nulla, non capisce nulla eppure percepisce indennità e partecipa a riunioni di cui non capisce un tubo. Hanno financo l’ardire di costituirsi parte civile nei processi promossi a seguito di denunce di usuraiu ed estortori. Il tutto anche se non hanno fatto nulla. Dispongono di avvocati e si costituiscono parte civile., Ma perchè ? Anche per questa gente si tratta di elemosina elargita a ragion veduta. Per avere amici, clienti e ….poi voti.
avete notizia del FONDO PENSIONI creato dalla Regione siciliana per gestire con l’ausilio della banca UNICREDIT le pensioni dei dipendenti della Regione? Se avete voglia di conoscere questo filone altamente illecito leggete le leggi che sono state approvate per creare questo mostro giuridico. Cercate di capire e vedere chi lo occupa legalmente e chi ne trae vantaggio economico nonostante il Fondo pensioni sia stato dichiarato Ente pubblico non economico” e creato con una legge regionale. Ironia della sorte, la legalità in Sicilia si persegue con la legalità e cioè con le leggi ” monstre”. Avete capito?