Ancora una donna offesa, aggredita e, stavolta, all’interno di un organismo che dovrebbe essere sinonimo di democrazia, la Knesset, il Parlamento di Israele. E’ una deputata palestinese e si chiama Hanin Zoabi.
Le è stato impedito di parlare, le hanno urlato “traditrice e terrorista“, fino a costringerla ad allontanarsi. Stava solo protestando contro i provvedimenti presi dal governo. La polizia ha inoltre autorizzato una manifestazione che avrà come slogan trainante “Espelliamo Hanin Zoabi dalla Knesset”. E’ stata indetta dall’estrema destra contro di lei, a Nazareth, sua città natale, il prossimo 11 marzo.
Le organizzazioni umanitarie e soprattutto le donne di tutto il mondo si stanno però organizzando a fianco di Hanin e della città di Nazareth, che, con quella dimostrazione, avrebbe gravi problemi di ordine pubblico. Anche l’Unione donne italiane di Catania ha lanciato un appello urgente a tutte le donne dell’UDI e a tutte le donne democratiche: Difendiamo Hanin Zoabi, deputata palestinese al parlamento israeliano.
“Da un articolo di Ma’an News del 29 febbraio, apprendiamo che la polizia ha dato l’autorizzazione per una manifestazione dell’estrema destra israeliana contro la deputata palestinese Hanin Zoabi. -così un comunicato a firma Carla Pecis, UDI Catania– Hanin è la prima donna palestinese eletta al Parlamento, nelle fila del partito palestinese Balad; sostiene le ragioni del milione e 300 mila palestinesi che vivono in Israele (che rappresentano circa il 20% della popolazione totale) e il suo impegno politico nella società israeliana infastidisce non poco le frange estremiste. In diverse occasioni si è schierata in difesa dei diritti dei palestinesi che vivono a Gaza. La maggiore preoccupazione di Hanin in queste ore è per gli scontri che potrebbero essere provocati dalla presenza degli estremisti di destra a Nazareth, città a grande maggioranza palestinese. Difendiamo Hanin. Nazareth non deve essere offesa da slogan razzisti e violenti”.
Gli estremisti israeliani rimproverano ad Hanin di aver partecipato a “Freedom Flotilla“, le spedizioni degli attivisti filo-palestinesi organizzate dalle ONG (Organizzazioni non governative), che cercavano, forzando il blocco israeliano, di far passare, via mare, materiali e generi di prima necessità destinati a Gaza e ai Territori governati da Hamas. Alle 4,30 del mattino del 30 maggio del 2010, i commando israeliani abbordarono in acque internazionali la Mavi Marmara, una nave turca della “Freedom Flotilla”, carica di aiuti. Nove attivisti furono uccisi e 26 feriti durante l’abbordaggio. Ankara protestò ritirando l’ambasciatore in Israele e l’ONU convocò il Consiglio di sicurezza.
knesset members attack Haneen Zoabi after “Free Gaza flotilla”
(sottotitoli in inglese)