Non si può non parlarne perché negli ultimi 30 anni abbiamo cementificato un quinto dell’Italia, circa 6 milioni di ettari; perché ci sono 10 milioni di case vuote, eppure si continua a costruire; perché i suoli fertili sono una risorsa preziosissima e non rinnovabile. E perché questi terreni fertili sono un bene comune, un bene di tutti, e i veri proprietari, cioè i cittadini, hanno il diritto di sapere come la propria amministrazione ha deciso di utilizzarli.
Oggi, un piano urbanistico intelligente, dunque, non può che tendere ad una cementificazione pari a 0, o almeno ad un’eliminazione dell’edificazione selvaggia e deregolamentata. Fermare la cementificazione selvaggia non vuol dire contribuire al collasso di un settore già in crisi, quello edilizio, come ci vogliono far credere. Significa invece favorire le imprese inserite all’interno di un progetto volto allo sviluppo sano e positivo di un territorio, capace di accrescere l’occupazione perchè una buona specializzazione dell’edilizia offre sempre occasioni di lavoro.
Ma la questione va ben oltre e chiama in causa ovviamente anche l’impatto ambientale, il diritto alla salute, la prevenzione di catastrofi determinate dalla crescente impermealizzazione del territorio (frane, alluvioni, …), ma anche la legalità, il turismo e la conservazione della propria identità architettonica.
Non è un caso che il settore turistico che oggi va per la maggiore sia proprio quello naturalistico; proprio perché gli spazi non edificati, dove è possibile per km non vedere una costruzione all’orizzonte, oggi sono una risorsa rara, ma anche sempre più richiesta. E non è un caso anche che uno dei centri commerciali più grandi d’Europa si trovi proprio in una delle aree più depresse del Continente, appunto la Sicilia.
Cosa fare allora? Il Forum nazionale presenta un’alternativa, un’occasione da non perdere: avviare un articolato progetto destinato a cambiare le cose, partendo dal presupposto che nessun discorso in tale ambito può essere fatto senza aver prima effettuato un censimento approfondito. Occorre avere prima i dati alla mano, insomma.
Si tratta di un altro esempio di democrazia partecipata. Una forma di attivismo che ha dimostrato di funzionare, superando
Per partecipare alla campagna di censimento, conoscerne tutti gli aspetti o semplicemente sapere come e dove firmare, è possibile contattare direttamente la referente del Comitato locale di Catania e Provincia di Salviamo il Paesaggio, Valentina Vella (vella.valentina@gmail.com/3470535922), oppure visitare il sito http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/. Al momento, è possibile firmare anche recandosi presso il Museo dell’Erboristeria, in via Crociferi 16, tutti i pomeriggi dalle 17 alle 21, esclusi domenica e lunedì, oppure contattando la redazione di TRIBEART (redazione@tribeart.it).
Valentina Vella
Referente Comitato locale di Ct e Provincia
Forum nazionale “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”.
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