Lettera aperta a Stancanelli su Autorità Portuale e Piano Regolatore Portuale

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Catania, 23.01.2012
Lettera aperta all’avv. Raffaele Stancanelli, Sindaco di Catania e componente di diritto del Comitato Portuale organo gestore del nostro porto.
La S.V. è a conoscenza che l’ ente partecipato quale Sindaco non ha ancora corretto il vecchio ed invalido Piano Regolatore Portuale risalente al 1978 che venne bocciato nel 2007 per diligente esame della IV° Commissione Consiliare Permanente della nostra Città. Un PRP che fu orientato a Sud su bassi fondali sabbiosi, anzicchè a Nord su fondali che permettessero quelle attività mercantili prioritarie giustificative del costoso mantenimento dell’ ente gestore Autorità Portuale. Uno scriteriato PRP che prevedeva , al posto di un logico ampliamento, un restringimento dello specchio acqueo interno allo scopo di allargare le banchine come fossero aree edificabili sulle quali innalzare smisurati fabbricati per usi indefiniti e perfino difformi da quelli portuali previsti dalla Legge specifica 28.1.94. n.84.
In particolare prevedeva la pazzia di edificare 1.109.000.mc. di edifici alti fino a 20 ml. su 85.000 mq. di banchine con assurdo indice di cubatura di 13mc. x mq. Una mole di fabbricati esentati da imposte comunali, in quanto demaniali, il cui utilizzo commerciale improprio ed avvantaggiato da tale esenzione avrebbe fatto sleale concorrenza ai negozi già esistenti ed in profonda crisi in città.
Tale destinazione delle banchine e l’assurdo restringimento dello specchio acqueo di tutto ostacolo alle manovre navali ed alla funzione mercantile stessa del porto, sono due elementi di prova che un nuovo PRP che andasse all’esame del Consiglio Comunale ancora privo degli emendamenti alle altre anomalie di cui sopra e delle altre che causarono la bocciatura del 2007, non vorrà e non potrà mai assolvere a detta funzione prioritaria mercantile prescritta dalla Legge.
Viene meno pertanto qualsiasi giustificazione per continuare il trasferimento dalle casse comunali a quelle dell’ente portuale, di contributi che lo stesso ente ha fin troppe volte ottenuti per salvarsi dalla soppressione prevista dalla predetta Legge 84/94 in caso di mancato pareggio di bilancio per insufficienza di merci movimentate e di relativi introiti.
Precisi moniti della Corte dei Conti hanno parlato chiaro in proposito ed i fatti invitano la S.V. a non concedere a detto ente parte delle tasse dei cittadini che occorrono a ben più importanti esigenze collettive di Catania. Oggi, non è più consentito continuare a salvare un ente dalle ricche poltrone che continua a tacere alla Città che lo accoglie se voglia rimuovere o mantenere gli elementi di censura che indussero la stessa Corte a definirne la gestione come “inefficace ed inefficiente”.
Triste elemento di riconferma sulla ostinata anomalia di indirizzo e di obbiettivi del PRP viene oggi dalla recente concessione a privati dell’edificio demaniale ex Dogane.
Una concessione che poco o nulla attiene alle attività accessorie o strumentali proprie portuali che sono permesse dall’art.6.c.6 L.84/94 e presagisce uguali destinazioni improprie anche dei nuovi edifici programmati nel PRP. Una concessione demaniale stravolta in “progetto di finanza” e persino partecipata finanziariamente dall’ente concedente che non accoglie alcuna vera ed efficiente Stazione Marittima e nessuno dei servizi pertinenti tuttora malamente allocati sotto tende precarie ed insufficienti.
Non accoglie alcuno dei tanti istituti per la formazione dei quadri marittimi che in tutti i porti del mondo forniscono ai giovani notevoli sbocchi occupazionali e non ospita neppure il solo Istituto Nautico allocato in piena città e del tutto privo del necessario scalo a mare. Ospita solo balere di tango argentino e negozi commerciali analoghi e concorrenti a quelli della città, con buona pace dei soldi pubblici che mantengono l’ente responsabile di simile fatto di gestione poco o nulla portuale.
Un fatto che comporta alla S.V. l’ avvio immediato delle opportune procedure di annessione al patrimonio comunale di detto edificio ex Dogane.
Teniamo ora ricordare alla S.V., che il Piano Regolatore Portuale bocciato dalla apposita Commissione Consiliare, non può intendersi tramutato in esecutivo senza che sia stato approvato dal Consiglio Comunale un nuovo PRP in assoluta armonia con il PRG previo corretto emendamento delle suddette e delle seguenti anomalie.
1 ) E’ stata appaltata, fra Catania e la Plaia, un abnorme ed inutile “darsena traghetti” su bassi fondali della Plaia, non ostante l’appalto fosse del tutto privo della predetta armonia tra PRP e PRG e non ancora dotato di preventive VIA-VAS valutazioni ambientali di Legge che risultassero permissive:
1.1-Nessuna giustificazione è stata mai data in ordine all’inutile dispendio di una darsena su bassi fondali assolutamente preclusivi per le moderne flotte mercantili di elevata stazza,
1.2 – Nessuna seria rilevazione statistico-economico-occupazionale che giustifichi l’enorme costo di una darsena soggetta all’ insabbiamento ed al conseguente inutilizzo se non a costi insostenibili di escavazioni continue;
2) E’ stata condotta, al posto di una regolare gara fra approdi turistici concorrenti, i soli previsti dalla L.84/94, una gara irregolare di unico “porto turistico” che dissimulava mostruose edificazioni sul filo mare per oltre 400.000. mc. in sprezzante violazione delle vigenti normative in materia di tutela ambientale. Inoltre nessuna giustificazione è stata mai data in ordine :
2.1- all’ingiusto vantaggio di un solo concessionario per ben 90 anni di “porto turistico” privato, esteso su tutto il futuro ampliamento del porto pubblico mercantile di Catania,
2.2- al grave danno per il mancato utilizzo di “approdi turistici”, ben differenti dai “porti turistici” speculativi privati, approdi che dal 1994 avrebbero potuto apportare economia ed occupazione operando sulla più grande disponibilità in Sicilia di area portuale ( 615.000 mq.) e sulla seconda maggiore lunghezza degli accosti ( m.3.462) tuttora sottoutilizzati per comportamenti che solo i preposti organi dello Stato potranno valutare.
2.3 – all’ ingiusto impedimento per migliaia di cittadini che avrebbero potuto trovare lavoro stabile e progressivo, sia diretto che indotto, attraverso le molte decine di approdi turistici mai concessi a Catania nei diciassette anni di tal fatta gestione portuale dimostratasi favorevole ad un solo, privato ed anomalo “porto turistico”;
3) E’ stato colpevolmente disatteso il necessario e corretto accorpamento per specializzazione dei porti di Catania ed Augusta che ne ridurrebbe il costo pubblico di gestione ed avvantaggerebbe i rispettivi operatori nel ridurne i tempi ed i costi operativi;
4) Catania è tuttora danneggiata dalla lunga barriera di containers che la separano dal mare ed impediscono il riscatto urbanistico e sociale di tutta la città a Sud per la sola ed ingiustificabile pretesa politica di mantenere due costosi enti portuali al posto di uno correttamente intermodale su Catania ed Augusta.
La invitiamo pertanto, sig. Sindaco Stancanelli, a difendere il futuro occupazionale, economico e sociale di Catania intervenendo autorevolmente all’interno della Autorità Portuale per rimuovere le anomalie suesposte con la emanazione di un PRP presto e realmente attuabile senza grandi investimenti inutili.
Comitato Cittadino Porto del Sole
www.portodelsole.i

OMITATO CITTADINO PORTO DEL SOLE

Iniziativa di partecipazione democratica per la rinascita di Catania e del nostro Porto

Catania, 23.01.2012

Lettera aperta all’avv. Raffaele Stancanelli, Sindaco di Catania e componente di diritto del Comitato Portuale organo gestore del nostro porto.

La S.V. è a conoscenza che l’ ente partecipato quale Sindaco non ha ancora corretto il vecchio ed invalido Piano Regolatore Portuale risalente al 1978 che venne bocciato nel 2007 per diligente esame della IV° Commissione Consiliare Permanente della nostra Città. Un PRP che fu orientato a Sud su bassi fondali sabbiosi, anzicchè a Nord su fondali che permettessero quelle attività mercantili prioritarie giustificative del costoso mantenimento dell’ ente gestore Autorità Portuale. Uno scriteriato PRP che prevedeva , al posto di un logico ampliamento, un restringimento dello specchio acqueo interno allo scopo di allargare le banchine come fossero aree edificabili sulle quali innalzare smisurati fabbricati per usi indefiniti e perfino difformi da quelli portuali previsti dalla Legge specifica 28.1.94. n.84.

In particolare prevedeva la pazzia di edificare 1.109.000.mc. di edifici alti fino a 20 ml. su 85.000 mq. di banchine con assurdo indice di cubatura di 13mc. x mq. Una mole di fabbricati esentati da imposte comunali, in quanto demaniali, il cui utilizzo commerciale improprio ed avvantaggiato da tale esenzione avrebbe fatto sleale concorrenza ai negozi già esistenti ed in profonda crisi in città.

Tale destinazione delle banchine e l’assurdo restringimento dello specchio acqueo di tutto ostacolo alle manovre navali ed alla funzione mercantile stessa del porto, sono due elementi di prova che un nuovo PRP che andasse all’esame del Consiglio Comunale ancora privo degli emendamenti alle altre anomalie di cui sopra e delle altre che causarono la bocciatura del 2007, non vorrà e non potrà mai assolvere a detta funzione prioritaria mercantile prescritta dalla Legge.

Viene meno pertanto qualsiasi giustificazione per continuare il trasferimento dalle casse comunali a quelle dell’ente portuale, di contributi che lo stesso ente ha fin troppe volte ottenuti per salvarsi dalla soppressione prevista dalla predetta Legge 84/94 in caso di mancato pareggio di bilancio per insufficienza di merci movimentate e di relativi introiti.

Precisi moniti della Corte dei Conti hanno parlato chiaro in proposito ed i fatti invitano la S.V. a non concedere a detto ente parte delle tasse dei cittadini che occorrono a ben più importanti esigenze collettive di Catania. Oggi, non è più consentito continuare a salvare un ente dalle ricche poltrone che continua a tacere alla Città che lo accoglie se voglia rimuovere o mantenere gli elementi di censura che indussero la stessa Corte a definirne la gestione come “inefficace ed inefficiente”.

Triste elemento di riconferma sulla ostinata anomalia di indirizzo e di obbiettivi del PRP viene oggi dalla recente concessione a privati dell’edificio demaniale ex Dogane.

Una concessione che poco o nulla attiene alle attività accessorie o strumentali proprie portuali che sono permesse dall’art.6.c.6 L.84/94 e presagisce uguali destinazioni improprie anche dei nuovi edifici programmati nel PRP. Una concessione demaniale stravolta in “progetto di finanza” e persino partecipata finanziariamente dall’ente concedente che non accoglie alcuna vera ed efficiente Stazione Marittima e nessuno dei servizi pertinenti tuttora malamente allocati sotto tende precarie ed insufficienti.

Non accoglie alcuno dei tanti istituti per la formazione dei quadri marittimi che in tutti i porti del mondo forniscono ai giovani notevoli sbocchi occupazionali e non ospita neppure il solo Istituto Nautico allocato in piena città e del tutto privo del necessario scalo a mare. Ospita solo balere di tango argentino e negozi commerciali analoghi e concorrenti a quelli della città, con buona pace dei soldi pubblici che mantengono l’ente responsabile di simile fatto di gestione poco o nulla portuale.

Un fatto che comporta alla S.V. l’ avvio immediato delle opportune procedure di annessione al patrimonio comunale di detto edificio ex Dogane.

Teniamo ora ricordare alla S.V., che il Piano Regolatore Portuale bocciato dalla apposita Commissione Consiliare, non può intendersi tramutato in esecutivo senza che sia stato approvato dal Consiglio Comunale un nuovo PRP in assoluta armonia con il PRG previo corretto emendamento delle suddette e delle seguenti anomalie.

1 ) E’ stata appaltata, fra Catania e la Plaia, un abnorme ed inutile “darsena traghetti” su bassi fondali della Plaia, non ostante l’appalto fosse del tutto privo della predetta armonia tra PRP e PRG e non ancora dotato di preventive VIA-VAS valutazioni ambientali di Legge che risultassero permissive:

    1. -Nessuna giustificazione è stata mai data in ordine all’inutile dispendio di una darsena su bassi fondali assolutamente preclusivi per le moderne flotte mercantili di elevata stazza,

1.2 – Nessuna seria rilevazione statistico-economico-occupazionale che giustifichi l’enorme costo di una darsena soggetta all’ insabbiamento ed al conseguente inutilizzo se non a costi insostenibili di escavazioni continue;

2) E’ stata condotta, al posto di una regolare gara fra approdi turistici concorrenti, i soli previsti dalla L.84/94, una gara irregolare di unico “porto turistico” che dissimulava mostruose edificazioni sul filo mare per oltre 400.000. mc. in sprezzante violazione delle vigenti normative in materia di tutela ambientale. Inoltre nessuna giustificazione è stata mai data in ordine :

2.1- all’ingiusto vantaggio di un solo concessionario per ben 90 anni di “porto turistico” privato, esteso su tutto il futuro ampliamento del porto pubblico mercantile di Catania,

2.2- al grave danno per il mancato utilizzo di “approdi turistici”, ben differenti dai “porti turistici” speculativi privati, approdi che dal 1994 avrebbero potuto apportare economia ed occupazione operando sullapiù grande disponibilità in Sicilia di area portuale ( 615.000 mq.) e sulla seconda maggiore lunghezza degli accosti ( m.3.462) tuttora sottoutilizzati per comportamenti che solo i preposti organi dello Stato potranno valutare.

2.3 – all’ ingiusto impedimento per migliaia di cittadini che avrebbero potuto trovare lavoro stabile e progressivo, sia diretto che indotto, attraverso le molte decine di approdi turistici mai concessi a Catania nei diciassette anni di tal fatta gestione portuale dimostratasi favorevole ad un solo, privato ed anomalo “porto turistico”;

3) E’ stato colpevolmente disatteso il necessario e corretto accorpamento per specializzazione dei porti di Catania ed Augusta che ne ridurrebbe il costo pubblico di gestione ed avvantaggerebbe i rispettivi operatori nel ridurne i tempi ed i costi operativi;

4) Catania è tuttora danneggiata dalla lunga barriera di containers che la separano dal mare ed impediscono il riscatto urbanistico e sociale di tutta la città a Sud per la sola ed ingiustificabile pretesa politica di mantenere due costosi enti portuali al posto di uno correttamente intermodale su Catania ed Augusta.

La invitiamo pertanto, sig. Sindaco Stancanelli, a difendere il futuro occupazionale, economico e sociale di Cataniaintervenendo autorevolmente all’interno della Autorità Portuale per rimuovere le anomalie suesposte con la emanazione di un PRP presto e realmente attuabile senza grandi investimenti inutili.

Comitato Cittadino Porto del Sole www.portodelsole.it

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