All’inizio di dicembre avevamo già raccontato che lo Statuto era stato non solo emanato, ma anche pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nonostante fossero pervenuti da Roma alcuni rilievi sostanziali e una esplicita richiesta di modifiche. E ci eravamo chiesti se il MIUR avrebbe mai scelto la strada del ricorso in Tribunale.
Due giorni fa, in data 24 gennaio, il ricorso è stato notificato, da parte dell’Avvocatura dello Stato, Ufficio distrettuale di Catania, con “contestuale istanza di sospensione” di tutti gli atti relativi.
Nel ricorso, che alleghiamo, l’Avvocatura espone i termini della questione, sia sul piano del metodo sia su quello del merito.
Si contesta al Rettore di aver ignorato il parere espresso dal Tavolo tecnico appositamente creato per analizzare gli statuti adottati dai vari Atenei. Proprio sulla base di questo parere, infatti, la Direzione Generale aveva inviato al rettore, via fax, entro i termini fissati dalla legge, una nota con “rilievi di legittimità e di merito relativi al nuovo statuto”.
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Poichè il rettore aveva risposto alla nota dichiarando di non prenderla in considerazione in quanto proveniente dalla Direzione generale e non da un apposito decreto del Ministro in persona, l’avvocatura dello Stato chiarisce la legittimità dell’intervento ministeriale, che non deve essere necessariamente del Ministro. E aggiunge che la “nota” era stata preferita al decreto nell’intento di realizzare un “percorso condiviso” nella correzione dello statuto.
Viene chiarito inoltre che, per legge, è previsto anche che l’Ateneo abbia la possibilità di conservare le norme censurate dal ministero, ma solo dopo una riapprovazione con maggioranza qualificata. Che però non c’è stata. Il rettore ha quindi, di fatto, eluso il controllo legittimamente esercitato dal ministero.
Per quanto riguarda il merito, nel ricorso vengono puntualmente indicati tutti gli articoli dello statuto, con relativi comma, su cui il ministero aveva espresso critiche circostanziate e motivate.
Viene criticata innanzi tutto la scelta di concentrare nelle mani del rettore la nomina di quasi tutto il Consiglio di Amministrazione (otto su 11), scelta che limita la vita democratica dell’Ateneo. Ma vengono considerate illegittime anche altre norme: sul mancato rispetto del numero di rappresentanti degli studenti presenti nel senato accademico e in altri organi universitari, sulla decorrenza (“dal successivo anno accademico”) dei sei anni di mandato rettoriale (un artificio per prolungare la durata del mandato stesso), sulla decadenza anticipata del senato nel caso che non venga approvata la sfiducia nei confronti del rettore, ed altre ancora. Viene ribadita anche la necessità di garantire la maggioranza assoluta per l’approvazione di alcuni tipi di delibere,
In sintesi, un “no” al carattere autoritario e scarsamente partecipato della governance prevista dallo statuto incriminato.
La risposta di Recca non si è fatta attendere. Ieri è stato diffuso un comunicato stampa in cui si esprime sorpresa per “la richiesta di sospensiva” e attesa fiduciosa delle decisioni del TAR. L’Ateneo e i suoi “studenti”, si sostiene nel comunicato, riceverebbero un grave danno per l’interruzione dell’avviato “processo di riforma”. Che Recca stia scambiando il proprio interesse per quello degli studenti, oltre che ignorare il ruolo del ministero ?
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A seguito del ricorso presentato al TAR dal Miur inerente al nuovo statuto dell'Ateneo di Catania, i due Senatori Accademici Giuffrida Dario e Pappalardo Giovanni sono intervenuti sull'argomento dichiarando:
"Nelle precedenti sedute ci era stato garantito che l'iter di approvazione dello statuto rispettava i termini dettati dal ministero. Prendiamo atto del ricorso presentato e continueremo nelle sedi opportune a garantire il rispetto del regolare processo di formazione dello statuto, vigilando inoltre affinché vengano rispettate e prese in considerazione i suggerimenti proposti dal ministero. "
Aggiungono i senatori di Alleanza Universitaria "Resta il fatto che oltre alla presentazione del ricorso, durante il lungo processo di formazione della carta statutaria che ci ha visti coinvolti, non sono mancate considerazioni e proposte e tutt'oggi ci sono punti che ci lasciano perplessi quali l'esatto numero della rappresentanza studentesca in senato e la mozione di sfiducia al rettore.
Abbiamo inoltre richiesto che la rappresentanza studentesca abbia la possibilità di eleggere il direttore di dipartimento, al momento esclusa, che riproporremo qualora il TAR accettasse il ricorso presentato dal Miur prevedendo quindi la riformulazione dello statuto."