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Forconi spuntati

Dal 16 gennaio la Sicilia è attraversata dalla protesta promossa dal movimento dei Forconi insieme con gli autotrasportatori aderenti all’AIAS e il movimento Forza d’Urto. Manifestazioni e blocchi per rivendicare: la riduzione del costo del carburante, la protezione della produzione agricola siciliana dalla concorrenza extracomunitaria, un miglioramento delle infrastrutture (strade, ferrovie, porti, aeroporti), la riduzione delle tariffe aeree, un intervento su Equitalia e sulle cartelle esattoriali.
In una situazione di crisi generalizzata, queste manifestazioni, in prima battuta, sembrano esprimere una grande preoccupazione per ciò che sta accadendo e mobilitano, anche, cittadini giustamente angosciati per il loro futuro. In una regione, la Sicilia, che, peraltro, ha progressivamente perso insediamenti industriali (per ultimo Termini), posti di lavoro e che vede ancora tantissimi giovani emigrare in cerca di occupazione.
Certo, sarebbe utile riflettere sul perché si è giunti al disastro attuale, tanto più in una terra che è stata particolarmente generosa nel sostenere Berlusconi (la crisi non c’è, i ristoranti sono pieni) e le sue coalizioni. Così come sarebbe utile riflettere sul funzionamento della politica regionale, sempre più letteralmente controllata dal presidente Lombardo, ieri fedele alleato del PDL e della Lega Nord, oggi legato alle forze del “TerzoPolo”.
Sarebbe anche importante ragionare sulle politiche del governo Monti (sostenuto da PDL, PD e Terzo Polo) che, almeno per quanto riguarda il prelievo fiscale, continua a colpire principalmente il lavoro dipendente, in un Paese dove i gioiellieri dichiarano redditi inferiori a quelli degli operai.
In sostanza, una contestazione consapevole della situazione attuale non dovrebbe prescindere da un’analisi accurata del quadro generale, altrimenti si individuano obiettivi allettanti ma non praticabili, si fa solo demagogia, populismo, fatto tanto più grave, data la consistenza della crisi.
Ma i promotori di queste manifestazioni non dicono una sola parola su tutto questo. Nelle pagine Fb di questi movimenti si leggono solo proclami volutamente generici, ‘validi’ per tutte le stagioni “il movimento dei Forconi è un Movimento di agricoltori, imprenditori agricoli, commercianti, artigiani, è un Movimento Apartitico che fa gli interessi esclusivamente delle categorie interessate e che non ha appartenenze a nessun colore politico. Il Movimento dei Forconi è molto attento a quei Movimenti che sostengono in modo disinteressato quelle che sono le problematiche che il Movimento porta avanti nell’interesse della Collettività, sia di destra che di sinistra: lottiamo per i bisogni del popolo”.
Parole subito smentite dalla puntuale presenza nelle manifestazioni dei neofascisti di “Forza Nuova”. Ma smentite soprattutto dalle biografie delle tre persone indicate come responsabili del Movimento dei Forconi. Secondo Il ClandestinoMartino Morsello è stato “assessore a Marsala negli anni ’80 per il Psi. Candidato alle elezioni regionali del 2008 per una lista collegata a Raffaele Lombardo [infine] incrocia la strada dei “Responsabili” di Scilipoti, divenendone responsabile nazionale del dipartimento agricoltura”.
Né mancano sue dichiarazioni (luglio 2011) come questa sull’ultima finanziaria del governo Berlusconi che svelano sino in fondo gli orientamenti del nostro “Nella manovra della finanziaria il governo Berlusconi salva più di un milione di aziende agricole sull’orlo del fallimento”.
Secondo Linkiesta,  “Mariano Ferro, [è un] ex sostenitore attivo del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo. Nel luglio scorso, durante l’assemblea regionale del partito di Lombardo, Ferro è addirittura intervenuto chiedendo concretezza al governatore siciliano.
Giuseppe Scarlata, il terzo fondatore dei “forconi”, non ha mai nascosto nel corso degli anni simpatie democristiane”.
Ci si chiede: quale credibilità possono avere simili personaggi quando urlano contro la politica corrotta, contro i politici che sono tutti ladri, come si sente nei cortei, o contro Lombardo e i 90 pezzenti della Regione Siciliana (come afferma, indignato, in un video Onofrio Carruba Toscano, il cui nome è talvolta preceduto dal titolo di duca)?
Colpisce inoltre il rapporto di solidarietà che intercorre tra Maurizio Zamparini (avete letto bene, il presidente del Palermo calcio) e questi movimenti. Secondo Wikipedia Zamparini “è un imprenditore in settori diversificati, ma la sua attività principale è la gestione delle risorse finanziarie[…] In pratica fonda o acquista aziende, che avvia alla grande distribuzione per poi venderle. Possiede in Sicilia alcuni centri commerciali, e a novembre 2009 sono iniziati i lavori per farne sorgere un altro a Palermo”.
Il paradosso è che nelle manifestazioni Zamparini, come i “Forconi”, si scaglia contro la grande distribuzione che rende i figli dei siciliani disoccupati e ruba risorse all’isola.
Un discorso a parte, ma lo faremo in seguito, merita anche l’AIAS di Giuseppe Richichi. In sostanza appare in tutta evidenza il tentativo di questi “orfani di Berlusconi”, di cavalcare strumentalmente il disagio e il grave, e oggettivo, malessere che attraversa la nostra isola, facendo finta di voler cambiare tutto, perché nulla cambi. I siciliani non meritano tutto questo.

Argo

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  • Mercoledì mattina mi trovavo in pescheria quando è arrivato un nutrito gruppo di questi manifestanti che provenivano dal blocco del porto e ho visto come, in meno di dieci minuti, con parole e gesti molto eloquenti hanno convinto quasi tutti i pescivendoli a sbaraccare. Con quei pochi che hanno resistito perchè avevano ancora troppo pesce da vendere, dopo accese discussioni sono giunti a una specie di compromesso : vendessero pure quel che restava ma, dopo, il blocco sarebbe stato obbligatorio anche per loro. Quando i manifestanti sono andati via, mi è sembrato di capire dalle espressioni accigliate e cupe sul volto dei pescivendoli che il messaggio era stato recepito e nessuno era non dico contento ma nemmeno convinto.

  • Alba, la tua testimonianza va messa a confronto con quanto scrive Mario Barresi sulla Sicilia "si moltiplicano le adesioni spontanee"....

  • Per chi non lo avesse capito quello impartito ai pescivendoli era un ordine. Gli scioperanti non fanno accordi e non vanno via dopo avere dato istruzioni....

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