Un bambino debole, non per intenerirsi e non solo per riscoprire la dolcezza dell’innocenza e degli affetti, ma per aprire un interrogativo sulla possibilità di conoscere il volto di Dio.
E’ questo il Natale nella riflessione proposta da don Pino Ruggieri alla sua comunità di s. Nicolò all’Arena, basata non su certezze rassicuranti ma su un ritorno al significato delle parole, allo scandalo originario di una visione del divino che ribaltava, e ribalta, il concetto classico di Dio.
L’Incarnazione è infatti Dio che sceglie di farsi “carne”, di farsi ciò che non solo non è Dio, ma è addirittura -secondo il pensiero greco- la prigione del Logos, di quella traccia cioè del divino presente nell’uomo, e da cui bisogna liberarsi per ricongiungersi con Dio.
Se Dio si fa “carne” (“prese la forma di schiavo e umiliò se stesso” (Filippesi 2, 5-11) dove troveremo Dio? E quale Dio?
Troveremo Dio, il Dio di Gesù Cristo, solo se avremo il coraggio di guardare l’uomo umiliato, lo schiavo, colui che nessuno considera degno di essere guardato. E non troveremo il Dio potente che ci rassicura e ci libera dal bisogno, dalla malattia e dalla morte.
Quello che troveremo sarà il Dio che ci chiede di “mangiare la carne del figlio dell’uomo” (Giovanni, 6) per avere la vita, ci chiede quindi di spendere la nostra esistenza per gli altri, come ha fatto Gesù di Nazaret. Chi avrà vissuto così, anche senza conoscere Cristo, avrà la vita divina dentro di sè.
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25, 34-45)
E’ in questo spirito che vi auguriamo Buon Natale.
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A tutta la redazione di Argo i miei più calorosi auguri di Buon Natale!!!
Eleonora
PS ringrazio Don Pino per il suo pensiero