Natale a fianco delle egiziane e dei migranti tunisini scomparsi

Natale. Cos’è Natale? Il panettone, il cenone, il presepe, i doni sotto l’albero. Certo. Ma soprattutto, è voltarsi a guardare chi sta peggio di noi, è compassione, è solidarietà. Quella che ha dato l’Udi alle donne vittime di violenza in Egitto; quella data da Mediterranea e dalle donne dell’organizzazione femminista “Leventicinqueundici” alla mobilitazione organizzata da tunisine e italiane a fianco dei familiari dei migranti tunisini dispersi.
Le donne egiziane manifestano in questi giorni contro la violenza dei militari, contro i loro pestaggi in piazza Tahrir. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo: mostrano una giovane donna, indifesa, picchiata a sangue, percossa con violenza dai militari. La ragazza -il corpo seminudo sotto i calci feroci e i manganelli dei poliziotti- ora versa in gravissime condizioni. E’ stata lasciata dai militari senza camicetta ed è stata soprannominata “la ragazza con il reggiseno blu”.
L’ Unione donne italiane ha inviato una lettera all’Ambasciata Italiana in Egitto e agli organi di stampa nazionali perché la facciano arrivare agli organi di stampa locali e ai consolati egiziani. E’ un appello all’ambasciatore Claudio Pacifico (ambasciata.cairo@esteri.it) “perché attraverso la nostra ambasciata arrivi, tra le altre, anche la nostra voce  di solidarietà e vicinanza alle donne egiziane colpite dalla violenza delle forze di repressione. “L’Italia, partner del nuovo Egitto, – è il testo della lettera – deve fare sentire la sua voce, quella di mille e mille donne italiane che non tollerano la violenza, ovunque, contro popolazioni indifese, contro ragazze e donne colpite nella loro dignità e nel loro diritto a manifestare. Noi siamo a fianco delle egiziane che vogliono un Paese (e un Mediterraneo) di democrazia, di diritti e di pace”.
Altro appello quello dei familiari dei migranti tunisini scomparsi. Sono giovani partiti all’indomani della rivoluzione alla volta dell’Europa. Di loro, 300, forse 500, non si sono avute più notizie. In Italia nessuno ne parla. In Tunisia lo hanno fatto solo dopo la mobilitazione delle famiglie. Adesso in Italia il grido d’allarme di madri, padri, fratelli e sorelle dei migranti tunisini scomparsi è stato raccolto e diffuso da Mediterranea e da Leventicinqueundici. Lo striscione “Da una sponda all’altra, vite che contano” e , in arabo, “Dove sono i nostri figli”, è stato esposto a Parma e a Milano il 17 dicembre scorso; il 14 gennaio 2012 ci sarà una giornata di informazione pubblica a Milano.
“Prova a immaginare” – si chiedono i familiari dei giovani tunisini scomparsi – che sia accaduto a tuo fratello o a tuo figlio, che sia partito e non abbia più dato notizie di sè, che le autorità non facciano nulla, non diano risposte, non facciano ricerche…
Leggi il testo integrale dell’appello. Per firmare, scrivi a venticinquenovembre@gmail.com
 

Argo

Recent Posts

Addio Ognina, il mare non è più di tutti

La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…

17 ore ago

Alunni con disabilità, il Comune di Catania taglia i fondi per i servizi. Le alternative possibili

In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…

3 giorni ago

Elena Basile a Catania. I conflitti attuali e la politica dei due pesi e delle due misure.

Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…

5 giorni ago

Ultime sul Ponte. Siamo proprio in buone mani!

Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…

7 giorni ago

Mimmo Lucano a Catania, i migranti da problema a risorsa

Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…

1 settimana ago

Nazra Palestine Short Film Festival, non voltiamo lo sguardo

Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…

1 settimana ago