Catania, c'era una volta il lungomare

Centinaia di migliaia di metri cubi di sbancamento a dieci metri sul livello del mare, quasi sessantamila metri quadrati per nuovi centri commerciali e, infine, cinquantamila metri quadrati per parcheggi, 48 mila ad essere pignoli. Se questo progetto va in porto il lungomare di Catania, fra qualche anno, sarà irriconoscibile.
Per tutto ciò i catanesi devono ringraziare il duo Scapagnini – D’Urso (sì, proprio quello immortalato con l’elmetto da lavoro nei manifesti elettorali per le ultime regionali). Il progetto nasce infatti all’interno dell’Ufficio speciale per l’emergenza traffico e per la sicurezza sismica e riguarda il tratto stradale (viale Alcide De Gasperi) compreso fra piazza Europa e piazza Nettuno. In caso di terremoto, avrebbe dovuto rappresentare un’importante via di fuga a monte dell’attuale viale Ruggiero di Lauria, che, in questa prospettiva, sarebbe diventato zona pedonale, restituendo ai catanesi la piena fruibilità del lungomare (waterfront).
Il progetto iniziale rischia, perciò, di essere sepolto sotto una valanga di cemento. Né la giunta Stancanelli (che ha nominato come responsabile unico del procedimento un esterno, l’architetto Marina Galeazzi, poi dimessasi) è intervenuta per bloccare quella che secondo Orazio Licandro (esponente dei Comunisti Italiani) rappresenta “la privatizzazione di un pezzo pregiatissimo della città per realizzare un immenso centro commerciale che non risponde alle esigenze di tutela del rischio sismico”.

Molti dubbi permangono, inoltre, rispetto alla legittimità dell’intera operazione poiché questo progetto fu avviato nell’aprile 2007, a ridosso della scadenza della proroga dei poteri speciali, cioè in un momento nel quale  l’ordinanza della Presidenza del Consiglio prevede esclusivamente la possibilità di completare le opere in corso e non di avviarne di nuove. Tant’è che Guido Bertolaso (allora responsabile della Protezione Civile) con una propria nota invitò il sindaco a procedere in via di autotutela alla revoca della procedura di gara.
Per ultimo va ricordato che il Consiglio Comunale, cui spetta l’approvazione delle varianti al Piano Regolatore, non si è mai pronunciato. Nonostante tutto ciò, nel luglio 2007 veniva aggiudicata la concessione relativa alla progettazione definitiva ed esecutiva e, conseguentemente, si sarebbe dovuto provvedere alla stipula del relativo contratto con le imprese aggiudicatrici: A.T.I. Immobiliare Alcalà srl – Gate Società Consortile arl – Keynesia srl.
Nel gennaio 2010, dopo vari incontri fra le parti, veniva predisposta la bozza di convenzione, visto che secondo l’Amministrazione Comunale le soluzioni proposte dalle imprese “non comportano modifiche ai parametri quantitativi di aggiudicazione e rispettano la localizzazione dell’area di intervento della viabilità di scorrimento dal Rotolo a piazza Europa, approvato con provvedimento n.21/Sind del 13/05/2005”.
Il procedimento non veniva però regolarmente concluso e le ditte aggiudicatrici ricorrevano in via giudiziaria contro l’inerzia dell’Amministrazione. Ricorso accolto dal Tribunale di Catania che, con sentenza depositata il 7.7.2011, “fissa in novanta giorni il termine per la conclusione del procedimento da parte dell’Amministrazione […] Nomina un commissario ad acta che, in sostituzione dell’Amministrazione inadempiente, proceda, entro ulteriori novanta giorni, all’adozione dell’atto, in caso di un ulteriore inadempimento”.
In  questa situazione, cosa possono fare i catanesi, che amano la loro città e il loro mare,  per evitare di subire l’ennesimo sopruso?

Argo

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