La malattia ha ucciso Ninetta Burgio. Era una donna piccola piccola ma tanto grande. Era una madre coraggio. Lottava per la verità. Lottava per avere giustizia, non vendetta, solo giustizia. Suo figlio Pierantonio Sandri era scomparso nel 1995 senza un perché ma lei non si era mai rassegnata. Aveva continuato a lottare fino al settembre del 2009, quando ha riavuto il corpo del figlio. Pierantonio era stato ucciso dalla mafia e sepolto nelle campagne di Niscemi. Per quattordici anni Ninetta non ha mai smesso di combattere e di sperare. Ha fatto affiggere manifesti sui muri di tanti paesi, «Vi prego, ridatemi mio figlio». Al suo fianco Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti, che da sempre ha creduto in lei e nella sua storia e che adesso la ricorda così.
Cari amici, con grandissimo dolore vi comunichiamo che la nostra cara amica Ninetta Burgio ci ha lasciati ieri mattina.
Abbiamo incontrato Ninetta per la prima volta circa un anno e mezzo fa in occasione di un incontro con alcune scuole, quando Dario l’ha portata fuori programma dicendoci “oggi vi faccio un regalo: una donna piccola piccola ma di grande forza!”. E questo è stato veramente per noi Ninetta: un grande regalo!
Possiamo dire di essere stati fortunati di averla conosciuta e di aver approfondito il nostro rapporto con lei, di averla sostenuta nella sua battaglia e di averla coccolata per come meritava, ricevendo in cambio da lei un grande affetto, perché ogni volta che veniva a Catania si sentiva a suo agio con noi.
Era una donna così piccola nella sua statura e nella sua umiltà e modestia, ma che quando entrava in una sala per un incontro con i ragazzi riusciva a riempirla subito con la sua energia positiva, catturando l’attenzione e le emozioni di tutti, con grande forza ed amore che brillavano dai suoi occhi e dai suoi sorrisi, anche se la vita certamente non si è limitata nel riservarle disgrazie: prima l’incidente domestico che l’ha privata del suo piccolo figlio Giovanni, poi la tragica storia di Pierantonio, scomparso il 3 settembre 1995 e di cui Ninetta soltanto dopo 14 anni di ricerche ed appelli è venuta a conoscere la verità e ha potuto ritrovare il corpo, grazie alle dichiarazioni tra le lacrime di un suo ex alunno, artefice con altri tre complici dell’assassinio e decisosi a collaborare dopo aver visto gli appelli di Ninetta in televisione. E infine la sua improvvisa malattia, proprio mentre si stava iniziando a fare giustizia nella vicenda di Pierantonio.
Ma con tutto ciò, nelle decine e decine di incontri fatti con i giovani di tante parti d’Italia e dell’estero, nelle scuole, nei campi di volontariato nei terreni confiscati e soprattutto nelle carceri minorili, mai Ninetta ha avuto una parola di odio, mai ha dimostrato desiderio di vendetta, ma soltanto voglia di verità e giustizia e soprattutto ha dato messaggi di speranza per i giovani e un grande amore, facendo capire che la vittima non era stato soltanto suo figlio, ma anche che quei giovani artefici del suo assassinio, all’epoca minorenni, erano vittime di un sistema sbagliato.
Che grande regalo veramente ci ha fatto Ninetta, definita da tanti “madre coraggio”, che ha lasciato intravedere un po’ di debolezza soltanto quando quest’estate, iniziando a rendersi conto della sua malattia, ha confidato di aver paura, ma non della morte o del dolore, ma paura di non aver più la possibilità di incontrare altri giovani a cui raccontare la storia di Pierantonio, chiedendoci di non scordarci di lui.
Ninetta, noi non ci scorderemo mai di Pierantonio, perché il tuo amore per lui e per tutti i giovani lo hanno fatto vivere nei cuori di tanti ragazzi, e non ci scorderemo mai di te e del tuo esempio.
Ciao Ninetta!
Argo ha già parlato di Ninetta Burgio per ricordare il sostegno datole da Libera all’udienza del processo per l’omicidio del figlio (Libera il valore di una presenza) e per annunciare la nascita del Presidio delle Aci, intitolato proprio a Pierantonio Sandri, presentato nel corso di una cerimonia arricchita dalla testimonianza di Ninetta (Libera, il Presidio delle Aci contro le mafie)
Gli ultimi articoli - Mafia
“La città si confronta. Una festa per cominciare”, dibattiti, musica, poesia, e un’occasione di confronto tra
Una storica legge e recensisce il romanzo di uno storico. Accade oggi su Argo, con Marina
Ha avuto qualcosa di particolare, quest’anno, la giornata del 21 marzo, riconosciuta – per iniziativa di
Chi può contrastare quel fenomeno pervasivo che è la mafia, in grado di condizionare la nostra
Una mafia che non spara, non è estranea al corpo sociale ed è ben mimetizzata nel