COMUNICATO STAMPA
L’onorevole Rita Borsellino ha presentato un’interrogazione al parlamento Europeo sul Rigassificatore di Melilli (SR)
27 ottobre 2011, Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Rita Borsellino (S&D)
La Ionio S.r.l. ha chiesto l’autorizzazione alla costruzione di un terminale di rigassificazione di GNL da ubicare nell’area ASI del comune di Melilli, in provincia di Siracusa (Sicilia).
Tale progetto che prevede la realizzazione di tre serbatoi della capacità di 150 000 metri cubi ciascuno, verrebbe realizzato in prossimità del centro abitato, nelle vicinanze del parco archeologico di Megara Iblea e dell’area protetta «Saline di Priolo».
La realizzazione dell’impianto di Melilli avrà un notevole impatto ambientale sia per la sua dimensione che per la localizzazione in prossimità del centro abitato, nelle vicinanze dell’area archeologica «Megera Iblea» e della riserva naturale «Saline di Priolo». L’impianto inoltre è anche in prossimità di uno dei maggiori poli petrolchimici d’Europa.
L’area è stata dichiarata zona ad elevato rischio di crisi ambientale.
La pericolosità del sito in cui si intende realizzare l’impianto è stigmatizzata dalla delibera n. 111/08 del CTR (Comitato Tecnico Regionale) della Regione Sicilia che ha espresso un sostanziale parere negativo sulle condizioni di sicurezza.
Paradossalmente, tale documento è stato redatto dal CTR due anni dopo un NOF (Nulla Osta di Fattibilità) rilasciato all’impresa. Tutte le segnalazioni al riguardo fatte alle autorità preposte non hanno avuto alcun esito.
— Sulla base di quanto accaduto, può la Commissione europea verificare la pericolosità dell’impianto e controllare se, trattandosi d’impianto a rischio di incidente rilevante, siano state rispettate le disposizioni contenute nell’articolo13, paragrafo 5 della direttiva 96/82/CE?
“Un’Altra Storia” associazione politico-culturale, presieduta da Rita Borsellino, insieme ai comitati di Melilli-Priolo da tempo hanno segnalato la pericolosità dell’impianto che la Ionio S.r.l. intende realizzare in una zona industriale già tristemente famosa come “triangolo della morte”, dove l’effetto domino potrebbe generare una catastrofe anche solo per un errore umano, dove la presenza di un affollato porto commerciale non garantirebbe le misure di sicurezza legate alla distanza da mantenere rispetto alle navi gasiere e dove ancora la presenza del porto militare ci fa diventare anche zona a rischio nucleare, quando periodicamente siamo visitati da sommergibili nucleari, forse meno sicuri delle centrali, come denunciato da Legambiente.
L’unico politico sempre sensibile e coerente si è dimostrata Rita Borsellino, che già in un sua visita ad Augusta aveva manifestato il suo parere negativo ad autorizzare la costruzione dell’impianto, in una zona dove non mancano le centrali e sarebbe invece necessario bonificare e programmare un piano industriale che non sfrutti il territorio.
UN’ALTRA STORIA AUGUSTA
La Ionio S.r.l. ha chiesto l’autorizzazione alla costruzione di un terminale di rigassificazione di GNL da ubicare nell’area ASI del comune di Melilli, in provincia di Siracusa (Sicilia).
Tale progetto che prevede la realizzazione di tre serbatoi della capacità di 150 000 metri cubi ciascuno, verrebbe realizzato in prossimità del centro abitato, nelle vicinanze del parco archeologico di Megera Iblea e dell’area protetta «Saline di Priolo».
La realizzazione dell’impianto di Melilli avrà un notevole impatto ambientale sia per la sua dimensione che per la localizzazione in prossimità del centro abitato, nelle vicinanze dell’area archeologica «Megera Iblea» e della riserva naturale «Saline di Priolo». L’impianto inoltre è anche in prossimità di uno dei maggiori poli petrolchimici d’Europa.
L’area è stata dichiarata zona ad elevato rischio di crisi ambientale.
La pericolosità del sito in cui si intende realizzare l’impianto è stigmatizzata dalla delibera n. 111/08 del CTR (Comitato Tecnico Regionale) della Regione Sicilia che ha espresso un sostanziale parere negativo sulle condizioni di sicurezza.
Paradossalmente, tale documento è stato redatto dal CTR due anni dopo un NOF (Nulla Osta di Fattibilità) rilasciato all’impresa. Tutte le segnalazioni al riguardo fatte alle autorità preposte non hanno avuto alcun esito.