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Comitato Pendolari Siciliani, sui tagli ai treni in Sicilia la politica tace

 

Nessun intervento della politica a salvaguardia delle continue penalizzazioni della Sicilia.

 
In questi ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di tagli ai treni da e per il nord; tutti sono intervenuti, sindacati, associazioni dei consumatori, pendolari, utenti, ma nessun commento o presa di posizione è venuta fuori da parte della nostra politica siciliana.
Lo stesso problema lo hanno i calabresi, che a differenza nostra sono forse meno penalizzati, dato che non devono attraversare lo stretto per raggiungere il continente “Italia”.
Ritornando sui tagli: è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio orario (marzo-giugno-dicembre) ma i politici di casa nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale (strade-ferrovie), non hanno dato importanza a questi continui tagli che il Gruppo Ferrovie dello Stato stava e sta attuando in maniera sconsiderata a danno di tutti i siciliani e con la complicità di chi ci rappresenta nelle sedi istituzionali palermitane e romane.
Alla politica interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani,fiumi di inchiostro e, spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in quell’altro progetto, che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie, superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.
Nel frattempo che i fiumi di inchiostro e di parole scorrono, le risorse per le infrastrutture in Sicilia scompaiono. Così come è accaduto per i 1.970 milioni di euro per il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri. Somma finanziata nel lontano 2005 per il completamento dell’asse ferroviario Messina-Catania, somma scomparsa da tutti i contratti di programma nel 2009.
Ma questo alla politica non interessa, alla politica siciliana interessa, invece, cavalcare il nulla o meglio i tempi biblici della Catania-Palermo e del corridoio Berlino-Palermo che di certo non verranno mai realizzati e il ponte sullo Stretto che resterà di certo un’altra chimera.
Tornando alla realtà, ci aspetta un ulteriore regalo di Natale da parte di Trenitalia: con l’entrata in vigore del nuovo orario a dicembre cancellerà in Sicilia le cuccette e i vagoni letto nei treni da e per il nord e taglierà questo tipo di servizio anche in quei treni che di solito circolano a ridosso delle feste (Natale-Pasqua-Ferragosto).
Con queste novità, a partire dal prossimo 12 dicembre 2011, Trenitalia introduce i suoi nuovi orari, i quali porterebbero ad una soppressione dei treni notturni che collegano la Sicilia, con le principali città del centro (Roma) e del nord (Milano e Torino).
Tra i treni che sparirebbero si trovano praticamente quasi tutti i servizi cuccette che partono dalla Sicilia e che, attraversando tutta l’Italia, arrivano alle città più importanti del Nord.
In particolare, le città di Palermo e Siracusa rimarranno quasi senza collegamenti diretti con le regioni settentrionali, mentre l’intera Sicilia non avrà più treni cuccette verso Torino, Milano e Venezia.
Per raggiungere queste città dal meridione sarà necessario raggiungere in un primo momento Roma Termini e, per proseguire il proprio viaggio, si dovrà necessariamente cambiare treno, magari prendendo un Frecciarossa, più veloce ma anche più costoso.
Ecco nel dettaglio gli eventuali treni che verranno tagliati:
• Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);
• Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);
• Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);
• Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);
• Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);
• Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);
• Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);
• IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);
• IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).
Appare evidente che riguardo a queste decisioni ci aspettiamo decise e concrete prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.
Giosue Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

admin

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  • Appare evidente che noi Siciliani non contiamo niente. Non contiamo noi,non contano i Calabresi, non conta la gente di Puglia,perchè occorre dirlo, questo provvedimento riguarda anche loro ed anche tutte le linee di treni notturni da e per la Puglia.
    E' incredibile che l'italia sia tagliata in due che non ci sia più la possibilità di viaggiare se non con le frecce rosse e argento che siano,con almeno un cambio a Napoli o Roma. Ma ve la immaginate una famiglia, una persona anziana, un malato sobbarcarsi armi e bagagli prima, il trasferimento a piedi dal traghetto alla stazione,poi il cambio di treno ed infine il viaggio di 14 ore, per chi va a Milano da Villa sangiovanni, non parliamo per chi parte da Trapani o Palermo:
    20 ore di viaggio seduti, come negli anni 50, pagando un biglietto mediamente di 120 euro, più delll'aereo che pure di ore, per arrivare a Milano ne impiega solo due.E' beffardo che tutto ciò accada proprio nell'anno dell'Unità d'Italia,ma soprattutto sconcertante che la classe politica meridionale i gionali e le tv del sud stiano in silenzio.Incredibile che le ferrovie giochino al rinvio aspettando il 12 Dicembre per farci sapere qualcosa....Che abbiano il coraggio di dirlo che non ci sono più treni per il sud,che i fottutissimi siciliani prendano l'aereo o la macchina per viaggiare..... ma qualcuno li ha fatti i conti? Quanto costa di benzina, autostrada, tempo per viaggiatori e merci andare dalla Sicilia al Nord? e gli albergatori del sud, i comuni turistici, come pensano di vendere l'estate a qualcuno? E' incredibile! tutto tace, la crisi economica è anche crisi di coraggio politico,mancanza di orgoglio:per molto meno una volta si bloccavano i binari, oggi ci tocca vederli desolatamente vuoti. Istituzioni Regionali, Partiti, organizzazioni sindacali,associazioni di categorie,cittadini e viaggiatori a chiunque sono disposto a dare il mio contributo purchè mi si consenta, a me ed a tutti Siciliani, di tornare a casa ogni volta che avremo voglia di vedere le nostre famiglie e la nostra terra. Facciamo qualcosa.GRAZIE

  • SONO UN MERIDIONALE CHE LAVORO AL NORD E MI GIRANO LE SCATOLE DI NON POTER RITORNARE AL MIO PAESE A VEDERE AI MIEI CARI PER MANCANZA DI TRENI.
    DOBBIAMO MUOVERCI BISOGNA INCOMINCIARE A FARE QUALCOSA TIPO BLOCCARE LA LINEA FERROVIARIA IN MASSA E LAUTOSTRADA E SE NON BASTASSE BISOGNA PORTARE LA PROTESTA FINO A ROMA. TUTTO CIò VA FATTO PER IL NOSTRO FUTURO E DEI NOSTRI FIGLI.
    S V E G L I A M O C I

  • La politica è una bestia strana, se sei solo ti abbaia e forse ti morde ma se siete in tanti anzi tantissimi allora lei abbassa la coda e si allontana per paura. A questo invito alla protesta dovrebbero aderire tutti i meridionali e la cosa si risolverebbe in un solo giorno, se capiamo questo abbiamo già risolto il problema, basta semplicemente dire di no a questa politica tornacontista dei nordisti.
    Un movimento d'opinione forte riesce a piegare qualsiasi decisione
    e metterla sulla retta via.

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