COMUNICATO STAMPA
Come Sinistra Ecologia Libertà aveva paventato lo scorso 26 ottobre, anche la seconda asta per la vendita degli immobili comunali è andata deserta.
Appare grave che il sindaco Stancanelli abbia deciso comunque di procedere alla vendita deprezzando ulteriormente i prezzi e ricorrendo alla trattativa privata.
Ciò significa che, in deroga a tutte le norme per la trasparenza dell’offerta, l’amministrazione comunale potrà comodamente decidere a quale potentato economico svendere i preziosi immobili, impoverendosi sempre più a tutto vantaggio di qualche renditiere.
Sin d’ora Sinistra Ecologia Libertà chiede alla Procura della Repubblica di vigilare sul pieno rispetto delle procedure di trasparenza e legalità, ma riafferma che il sindaco Stancanelli agisce in contraddizione con i più elementari principi di economia e considera scellerata la scelta di procedere alla svendita di una parte importante del patrimonio immobiliare del comune di Catania, cioè di tutti i cittadini catanesi.
Il Sindaco ha deciso di svendere a prezzi stracciati immobili di prestigio, abbandonati da anni dalle amministrazioni di centro destra, che invece potrebbero essere utilizzati per rispondere ai bisogni della città.
Il comune di Catania infatti, paga annualmente quasi 6 milioni di euro per affitti, una voce che è destinata ad aumentare perché l’amministrazione Stancanelli è ancora oggi, alla ricerca di altri locali per i suoi uffici.
Di contro la base d’asta degli immobili comunali in vendita è al momento di 14 milioni di euro, ed è destinata a diminuire ancor di più, considerato lo scarso interesse all’acquisto.
Il comune di Catania vorrebbe cedere quindi i propri gioielli, condannando quindi i cittadini catanesi ad un ulteriore impoverimento, per un importo che è pari a soli due anni di spesa per locazioni: una scelta antieconomica e contraria ad ogni principio di sana amministrazione contabile.
Sinistra Ecologia Libertà chiede al sindaco Stancanelli, anche alla luce dell’esito negativo della seconda asta pubblica, di annullare la procedura di vendita degli immobili di pregio del comune, pianificandone la ristrutturazione, che è possibile anche in economia, utilizzando le competenze tecniche e le qualificate maestranze del comune, e destinandoli alle attività amministrative ed agli uffici finora in affitto, con un congruo risparmio sulla parte corrente ed un incremento dello stato patrimoniale del bilancio.
Per fare ciò basta solo la volontà politica: immobili come palazzo delle poste e palazzo Bernini, per non parlare del palazzo di cemento di librino, da 15 anni sono lasciati nel più bieco degrado, senza alcun progetto di ristrutturazione e di riutilizzo del comune di Catania, legittimo proprietario e responsabile primo dell’incuria dei fabbricati.
Questa è la strada che altre amministrazioni, più efficienti e più attente ai patrimoni pubblici, stanno portando avanti nel resto del Paese. Basta solo citare il caso di Cagliari, dove il neo sindaco Zedda ha in questi giorni annullato una gara per la svendita di immobili comunali, destinandoli invece a uffici e servizi, con un risparmio annuo di 1,5 milioni di euro per le locazioni.
L’amministrazione Stancanelli si comporta invece come un piccolo padroncino. I beni comuni sono di tutti e non del sindaco. Essi sono frutto dei sacrifici dei catanesi, che, nel corso delle precedenti generazioni, con le proprie tasse ed il proprio ingegno, hanno permesso il formarsi di un prestigioso patrimonio immobiliare, che adesso non è dato al sindaco di svendere, come se si trattasse di beni di sua proprietà.
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’
Circolo Rinascita
via Cavaliere 115, Catania
Marcello Failla, Giolì Vindigni, Enrico Giuffrida