Se n’è discusso sabato 5 al Palazzo di Giustizia di Catania in un convegno organizzato da Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia- Articolo 3 e Libera, a cui hanno partecipato fra gli altri i procuratori Roberto Scarpinato e Francesco Menditto ed esponenti del privato sociale e della società civile, moderati da Simona Ragazzi.
Scarpinato ha sottolineato come il nuovo Codice abbia lasciato inalterate norme che – scritte nel 1982 – avevano assolutamente bisogno di essere modificate sulla base dei cambiamenti avuti nelle attività delle mafie. Col nuovo Codice
L’iniziale efficacia delle misure di prevenzione fu dovuta all’effetto sorpresa della legge Rognoni-La Torre (1982), che rese facili le confische di beni ancora intestati agli stessi mafiosi. Subito dopo iniziò la pratica di intestare i beni a prestanome e, negli anni novanta, si ottennero risultati positivi solo perchè si aprì la stagione dei collaboratori di giustizia che indicavano i nomi degli imprenditori collusi con la mafia e proprietari di sterminati patrimoni immobiliari. Negli anni 2000 è iniziata una nuova fase, caratterizzata dalla crisi del rapporto tra edilizia e appalti pubblici.
Leggi su argocatania.org . . .
vai all’ Indice completo degli articoli su
sequestro e confisca dei patrimoni delle mafie
Oggi, la chiusura della spesa pubblica e il dominio della finanza hanno indotto le aristocrazie mafiose a scegliere nuovi settori: le energie alternative, l’alta tecnologia sanitaria, la grande distribuzione, lo smaltimento dei rifiuti, i fondi europei. La mafia si è trasferita nei comitati di affari di cui fanno parte esponenti del mondo politico e amministrativo, mentre i quadri militari provvedono all’accumulazione primitiva del capitale attraverso il traffico degli stupefacenti e il racket delle estorsioni. Questi sono i “soldati” che rischiano mentre i “generali” operano al sicuro. Ecco perchè, se andiamo solo dietro agli estortori -dice Scarpinato- facciamo il loro gioco rischiando che gli stessi imprenditori che lucrano sui fondi europei finanzino i convegni contro il racket e si iscrivano ad Addiopizzo (come è di fatto accaduto).
Nonostante i limiti imposti da un “legislatore che vive sulla luna”, a Palermo i magistrati hanno “inventato” nuove modalità operative, come la creazione di un dipartimento specializzato in questioni economiche e la miscelazione del sistema penale con quello di prevenzione, per compensare i difetti dell’uno con i mezzi dell’altro. Tentativi resi necessari dalle carenze di un Codice che non ha recepito nemmeno il principio della confisca per equivalente.
Anche Menditto ha evidenziato i limiti del nuovo Codice che:
Tutte criticità che si sarebbero potute evitare qualora il testo fosse stato discusso con quei magistrati che lavorano nelle sezioni delle misure di prevenzione, anziché essere prodotto all’interno degli uffici ministeriali e senza alcun confronto.
Unici aspetti positivi sembrano essere la discreta sistematizzazione delle norme esistenti (dopo le correzioni suggerite dagli addetti ai lavori), la giusta prevalenza del sequestro di prevenzione sul sequestro penale, la disciplina della normativa sul concomitante fallimento.
Troppo poco se oggi – a livello nazionale – solo un bene su dieci arriva alla confisca definitiva.
Del Codice Antimafia, che Libera aveva sollecitato e di cui ora segnala le incongruenze, Montana ha denunciato la scelta di fare gravare non sullo Stato ma sull’Ente locale la restituzione per equivalente dovuta nel caso di decadenza della confisca. Il timore delle somme da sborsare indurrà infatti i comuni, per lo più dissestati, ad evitare di assegnare i beni confiscati per fini sociali.
Di Libera e delle esperienze delle cooperative siciliane che ad essa fanno riferimento ha
Per saperne di più sul sequestro di prevenzione e sul sequestro penale: Le potenzialità delle misure di prevenzione patrimoniali; il sequestro del patrimonio dell’imprenditore agrigentino Rosario Casci.
La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…
In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…
Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…
Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…
Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…
Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…