Dieci anni fa, all’inizio della guerra in Afganistan, Maria Grazia Cutuli, giornalista catanese inviata del Corriere della Sera, cadeva vittima di un agguato sulla strada per Kabul, insieme ad altri tre giornalisti di diversa nazionalità. Una vicenda dai tratti ancora non del tutto chiariti, che è stata raccontata con rispetto e accuratezza da Paola Cannatella e Giuseppe Galeani in una graphic novel, “Maria Grazia Cutuli. Dove la terra brucia” edita da Rizzoli Lizard, in libreria da qualche giorno.
Un fumetto dal taglio interessante, che ricostruisce anche la storia personale della giornalista catanese, il suo percorso umano e i tratti caratteriali della sua persona. Forse un po’ agiografico, rischio sempre presente in questo tipo di ricostruzioni, ma inappuntabile nello svolgersi del racconto, che si avvale anche della preziosa testimonianza della famiglia Cutuli. Il tratto, a volte un po’ troppo pittorico, è funzionale alla descrizione degli ambienti – magnifiche le montagne afgane spesso sfondo delle vignette.
Uno dei temi conduttori dell’opera è l’etica professionale del giornalismo, con accenni un po’ didascalici, ma inseriti in modo appropriato all’interno di una narrazione che scorre fluida, senza intoppi. Paola Cannatella e Giuseppe Galeani non tralasciano nessun riferimento alla situazione sociale della Catania dei tardi anni ottanta, punto di partenza della carriera della Cutuli, che ha abbandonato il capoluogo etneo anche a causa delle tensioni che rendevano, e rendono tutt’ora, difficile fare informazione a livello professionale a Catania.
Apprezzabile e molto utile per chi volesse conoscere o ricordare le prime fasi della guerra in Afghanistan è la ricostruzione che ne viene fatta, spesso inquadrando le vicende della guerra in un contesto storicamente approfondito. Il volume è corredato da un’accurata bibliografia, e da alcune pagine che raccontano il processo, svoltosi in Italia e in Afganistan, agli assassini.