Un giorno dopo l’altro si moltiplicano le proteste e gli appelli in vista della nomina del procuratore della Repubblica di Catania. In questi giorni davanti al palazzaccio di piazza Verga si sono avute varie manifestazioni. Per primo è stato l’avvocato pd ed esponente di Legambiente Giuseppe Arnone che ha diffuso, da solo, proprio davanti al palazzo di giustizia, un volantino dall’eloquente titolo “Toghe rosse… di vergogna“. Il giorno dopo un’altra manifestazione, stavolta della Federazione catanese di Sinistra ecologia e libertà con Vendola. Titolo del volantino diffuso:”Serve aria nuova al palazzo di giustizia“.
Stavolta, però, il volantinaggio è avvenuto un po’ oltre, lontano dal palazzo e dalla piazza antistante, soltanto sul marciapiedi che affianca corso Italia, per divieto della Digos (alla quale peraltro era stata consegnata la comunicazione di rito) secondo la quale sarebbe stato necessario chiedere per tempo il permesso della magistratura. Ma perchè? Si amministra la giustizia nel piazzale antistante o la distribuzione di un volantino mette a repentaglio la sicurezza dei magistrati?
Tantè, mentre i manifestanti si alternavano davanti al palazzo, veniva rinviata a mercoledì prossimo 19 ottobre, la decisione del plenum del Consiglio della magistratura. Ritardo questa volta dovuto alla sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito il diritto di presentare domanda anche per quei magistrati con un’anzianità di tre anni nel loro incarico. Tornano in corsa dunque tre candidature, il procuratore di Siracusa, Ugo Rossi, quello di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, e il procuratore aggiunto di Catania, Giuseppe Toscano. Si aggiungono alle altre tre, proposte dalla quinta commissione del Csm: Giovanni Salvi, sostituto procuratore generale in Cassazione, Giovanni Tinebra, Pg presso la Corte d’appello di Catania, e Giuseppe Gennaro, Pm della Procura di Catania.
Sinistra ecologia e libertà, chiedendo le dimissioni di tutti i politici condannati che ricoprano cariche istituzionali, si augura che la nomina del Procuratore sia l’occasione per imprimere una svolta. “La città – è il volantino- ha bisogno di una guida della Procura catanese, autorevole ed estranea ai veleni e ai sospetti che incombono su alcuni suoi esponenti”.
Arnone è diretto; chiama in causa la magistratura italiana, Giuseppe Gennaro che acquistò la villa costruita dai clan, e i politici Anna Finocchiaro ed Enzo Bianco, “uomini a parole impegnati per la trasparenza e per la legalità, e invece protagonisti di taluni silenzi omertosi e intollerabili“.
Ci sono stati infine gli appelli indirizzati al Presidente della Repubblica, al vicepresidente del CSM e al Consiglio superiore da parte di Libera Catania, di un altro folto numero di associazioni catanesi e da centinaia di cittadini. Si legge in quest’ultimo: “Alla vigilia della nomina del nuovo Procuratore della Repubblica di Catania, facciamo appello al Csm affinchè la procura di Catania abbia finalmente un Procuratore capo assolutamente estraneo ai giochi di Palazzo e all’intreccio delle poche chiare vicende catanesi. Un magistrato che non subisca le forti interferenze esterne che hanno condizionato da decenni la direzione della Procura catanese”.
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