Come sempre, anche quando non si sa o non si dice, Sigonella è al centro delle più importanti operazioni militari della Naval Air Station
A far pendere dalla parte degli insorti l’ago della bilancia sarebbe stato, a dire di politologi ed esperti, l’uso di “tecnologia fornita individualmente dagli alleati Nato e al maggiore sostegno diretto e indiretto dell’alleanza militare”. L’aiuto sarebbe venuto in particolare dalle “operazioni di intelligence e sorveglianza, intensificatesi nelle ultime settimane di conflitto, grazie all’uso dei velivoli armati senza pilota UAV Predator che hanno individuato, segnalato e colpito occasionalmente gli obiettivi”. Centro delle operazioni è stato -indovinate un po’? – la nostra stazione aeronavale di Sigonella, naturalmente. E’ quanto abbiamo appreso dal blog di Antonio Mazzeo, con il post “La guerra segreta dei Predator italiani in Libia”.
Tra i protagonisti indiscussi dell’intervento l’Aeronautica militare italiana che avrebbe effettuato non meno di tre missioni in Libia da 12 ore ciascuna, con l’uso dei Predator di ultima generazione “B”. I Predator sarebbero decollati e rientrati dalla base di Amendola (Foggia) passando, però, per un corridoio aereo al centro del quale sta la nostra povera isola. Gli UAS (Unmanmned aerialsystem) italiani per adesso hanno avuto solo la funzione che hanno i cani da caccia, stanare la preda; sono, cioè, in grado di esplorare per molte ore il terreno grazie a telecamere e sensori e di individuare i bersagli da consegnare poi ai missili e alle bombe dei jet alleati. Ma domani, chissà, potrebbero anche volare armati e sganciare missili e bombe.
E infatti “proprio in vista delle operazioni di attacco contro target libici – così un’inchiesta de “Il Sole 24 Ore” – l’Aeronautica militare sta per ricevere dalle forze armate statunitensi i kit necessari a imbarcare bombe a guida laser e Gps e missili…Una vera e propria rivoluzione per l’Aeronautica italiana che finora, per motivi squisitamente politici, aveva potuto utilizzare queste macchine senza sfruttarne le capacità d’attacco”.
Per facilitare le rotte dei Predator B sul Mediterraneo il ministero della Difesa ha predisposto dunque la creazione di “corridoi di volo” riservati tra la Puglia, il poligono sperimentale di Salto di Quirra e lo scalo di Decimomannu in Sardegna, le basi di Sigonella e Trapani in Sicilia e l’isola di Pantelleria. Alcune di queste vie dei cieli dedicate sono messe a disposizione dei velivoli senza pilota americani a Sigonella dove decolli ed atterraggi interferiscono col traffico del vicino aeroporto civile di Fontanarossa. Come possono testimoniare i passeggeri del volo di linea “Alitalia” Venezia-Catania che la mattina del 18 agosto sono stati dirottati su Palermo – Punta Raisi “a causa di intenso traffico militare nell’aeroporto di Sigonella” per tornare poi in bus a Catania.
Il giorno dopo, i piloti degli aerei in partenza o in arrivo sullo scalo catanese hanno ricevuto un NOTAM che imponeva una breve sospensione delle operazioni sullo scalo “a causa delle attività di un aereo senza pilota”, presumibilmente un Global Hawk dell’Us Air Force operativo a Sigonella. E gli UAV-spia di base a Sigonella sono inoltre, destinati crescere. Fra tre anni soltanto potrebbero essere venti, con buona pace della sicurezza dei cieli, della tenuta delle rotte e della puntualità dell’aviazione civile.
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