Il conto è presto fatto: un abbonamento in curva allo stadio costa 240 euro che moltiplicati per 24 fanno 5760 euro.
Tanto costerà alle disastrate casse dell’Università di Catania regalare anche quest’anno 24 abbonamenti per assistere dalla
Naturalmente l’operazione si è svolta sotto l’alto patronato spirituale del ministro della meritocrazia Mariastar Gelmonti, dato che la loro assegnazione è avvenuta attraverso una graduatoria costruita su rigorosissimi parametri meritocratici e di reddito.
Dopo l’orgia dei concorsi a cattedra che hanno definitivamente provincializzato il corpo insegnante dell’Università, dopo il turbinio della miracolosa moltiplicazione di sedi, corsi di laurea e cattedre, in momenti di grave ristrettezza bisogna pur pensare a ritemprare lo spirito, soprattutto quello del tifoso di calcio.
E’ bene ricordare comunque che si tratta solo di uno dei punti dell’accordo rinnovato tra l’Università di Catania e il Calcio Catania per la concessione di abbonamenti a particolari condizioni di favore per tutti i dipendenti dell’Ateneo.
Ma il vero interesse promozionale della società sportiva è un altro: avendo infatti aperto un grosso e costoso centro sportivo a Mompileri, adesso è necessario farlo fruttare.
Ed ecco che la novità di quest’anno riguarda la possibilità concessa al personale dell’Università di usufruire dei servizi delle strutture del centro “Torre del Grifo Village” con uno sconto pari al 10%.
Generosamente, il Calcio Catania concederà gratuitamente all’Università spazi pubblicitari all’interno dello stadio e del campo di allenamento dello stesso centro.
Naturalmente non poteva mancare il pomposo quanto inutile colpo di pennello accademico: il protocollo sottoscritto dal rettore Recca e dall’amministratore delegato del Catania Lo Monaco prevede infatti la possibilità per l’Ateneo di promuovere attività di stage per gli studenti dei corsi di laurea e laurea magistrale, dottorati di ricerca, scuole o corsi perfezionamento e specializzazione, master, oltre all’organizzazione di convegni e workshop.
Si tratta, naturalmente, di clausole vuoto a perdere; ciò che l’Università sta smarrendo, in questo caso, è la sua specifica finalità di investire le già magre risorse per la promozione della cultura e della formazione. Non ci risulta che il tifo calcistico rientri in questo ambito.
E’ moralistico ricordare che con quella stessa cifra sarebbe stato possibile pagare mezza di una di quelle borse di dottorato che quest’anno non sono state assegnate, rifinanziare in parte un assegno di ricerca o invitare qualche professore da fuori per una conferenza?
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