Qual è il “Senso” di questa rassegna cinematografica “Unità d’Italia. Italiani ieri e oggi”?
All’interno dell’edizione 2011 di Etnafest che, non a caso, ha nel suo stesso logo un esplicito richiamo alle tre bandiere tricolori, simbolo della celebrazione dei 150 anni della nostra Unità nazionale, la Provincia Regionale di Catania ha fortemente voluto rendere omaggio, festeggiando se stessa nata pure il 1861, alle radici della nostra Storia e della nostra identità nazionale.
E non c’è, forse, modo o maniera migliore per farlo che raccontare, attraverso
La settima arte, il Cinema, infatti, nato poco più che tre decenni dopo l’Italia unita, può permettere, con mirabile sintesi creativa, una lettura sia analitica e critica, nelle sue forme più artistiche, elaborate e impegnate, dei limiti e delle contraddizioni del nostro processo unitario (per es. Allonsanfan e Noi credevamo) che, col registro leggero, ma non per questo superficiale della giovane commedia, una divulgativa e accattivante denuncia, piena di amara ironia, del preoccupante stato di crisi a cui siamo giunti (Benvenuti al sud, Che bella giornata, Qualunquemente, tutti film di quest’anno).
La rassegna è idealmente suddivisa in due parti: i primi sei film, da Lunedì 22 Agosto con Allonsanfan, a Sabato 27 Agosto con Noi credevamo, raccontano e mostrano le esaltanti vicende del nostro Risorgimento, partendo addirittura dalla straordinaria, ma effimera esperienza della Repubblica Napoletana nel 1799 sino al trionfo del trasformismo con Crispi, magnificamente interpretato da un grande Luca Zingaretti nei panni del politico siciliano nel film di Martone del 27 Agosto.
La seconda parte inizia con Basilicata coast to coast, Domenica 28 Agosto: certo il passaggio dal melodramma di Visconti (musiche di Verdi!) alla piccola band di provincia lucana è molto forte…eppure, nella scelta dei quattro non più giovanissimi amici lucani c’è, forse, la metafora dell’intera rassegna: la loro incredibile decisione di percorrere a piedi, in dieci giorni (come quelli della rassegna!) i cento km che separano le due coste della piccola regione meridionale, rappresenta l’ideale viaggio di riflessione e ricerca che l’intero popolo italiano dovrebbe, se non ora, quando? decidersi a fare, per capire “da dove
Come da copione, le comiche finali! Negli ultimi tre giorni della rassegna, infatti, si ride, anche se talvolta amaro, dei nostri più triti luoghicomuni “geoantropsicolinguistici” (Benvenuti al sud, Che bella giornata) e della deriva “qualunquistica” che potrebbe incombere a fronte di una disarmante e invadente “marcia trionfale” di volgarità, ignoranza, malaffare, clientelismo e… “quant’altro” come (ridendo castigat mores) sembra volerci avvertire il geniale Albanese.
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