Il processo di approvazione dello Statuto dell’Ateneo di Catania sta procedendo a tappe forzate e si concluderà il 16 luglio 2011 senza che si sia aperto quel dibattito ampio, sereno e condiviso su temi fortemente innovativi quali – tra gli altri – la governance, la struttura dei dipartimenti, i meccanismi di controllo e revisione contabile – che la comunità universitaria e le organizzazioni sindacali hanno richiesto ripetutamente in questi mesi.
Nel momento in cui il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Catania si appresta a discutere la proposta di articolato ci pare doveroso ricordare che la legge 240/2010 (“legge Gelmini”) all’art. 2, c.7) delega al Ministero, e non ad altri, il giudizio di congruità sugli Statuti, entro quattro mesi dalla ricezione dello stesso.
È dunque fondamentale che non si inseriscano giudizi di congruità e filtri di legittimità interni all’ateneo sulle proposte di emendamento, così come previsto dalla nota rettorale del 30.06.2011, che operino “d’ufficio” una selezione degli emendamenti da sottoporre alla discussione in Senato Accademico.
A difesa della legittimità e della democraticità del sia pur residuo e ristretto dibattito, riteniamo che tutti gli emendamenti presentati dai senatori accademici debbano essere sottoposti alla discussione e al voto del Senato Accademico, se non altro per scongiurare il rischio di un vizio di nullità del provvedimento stesso di adozione dello Statuto.
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