Comunicato di Charlotte Phillips, della delegazione di Amnesty International a Lampedusa
La negligenza delle autorità italiane ha trasformato Lampedusa in un centro di crisi umanitaria.
Negli ultimi mesi, migliaia di tunisini, soprattutto ragazzi, si sono ritrovati abbandonati su questa piccola isola, dopo aver lasciato un paese abbattuto dalla povertà e in piena rivolta politica.
Qui a Lampedusa non ci sono docce, bagni, ripari. Circa 4000 persone dormono come capita, per terra, sulla spiaggia, senza neanche una coperta che possa riscaldarli. I più fortunati si sono organizzati con tende fatte di sacchi per la mondezza che hanno recuperato in giro.
Nonostante gli sforzi delle agenzie umanitarie sul posto, la maggior parte dei tunisini resta priva di accesso ai servizi più elementari.
Le agenzie umanitarie forniscono tre volte al giorno un piatto di pasta e pane, dentro una busta di plastica, con due piatti di carta. Abbiamo ascoltato le voci di persone che hanno fame. Ovunque, rifiuti, dato che non ci sono raccoglitori dove deporli.
Un ragazzo tunisino di 23 anni dice: “Le condizioni qui a Lampedusa sono miserabili. Non mi faccio una doccia da cinque giorni e sono costretto a fare i miei bisogni di fronte a migliaia di persone“.
Nonostante questo quadro agghiacciante, ognuno qui rimane calmo e si adatta alla situazione, compresi gli abitanti di Lampedusa che hanno reagito con incredibile solidarietà e generosità. Un’anziana donna sull’uscio di casa dice: “Sto dalla parte di questi ragazzi e penso alle loro madri, che in questo momento devono essere preoccupate per loro”.
Finora, la risposta delle autorità italiane è stata pessima. Il presidente del Consiglio ha visitato Lampedusa mercoledì scorso e ha annunciato che la crisi sarebbe stata risolta in due giorni. Non è ancora chiaro, però, dove le persone saranno trasferite e quale sarà lo status giuridico dei centri destinati ad accoglierli.
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