Immaginiamo già la scena. Incede con solennità il Carroccio pavesato a festa, trainato da mucche inghirlandate (quelle delle quote latte in esubero che tanto onore, e multe, hanno portato a tutti gli italiani) e guidato dal principe Lawrence, recentemente promosso al grado di trota salmonata e futuro ministro della cultura del Regno del nord.
Sopra vi è assiso il druido Buxus elmocornuto e in canottiera d’ordinanza, con in mano il falcetto d’oro, grazioso dono del Principe della pace (dei sensi), intervenuto alla cerimonia su un suo sobrio carro trionfale d’oro massiccio, guardato a vista dalla sua igienista mentale e circondato da un folto gruppo di Olgettine svestite quanto basta di cortissime tuniche verdi, in onore della festa, e sventolanti festosamente slip e reggiseni quinta misura, sempre rigorosamente verdi.
Il coro di voci verdi dei bambini della Scuola Bosina (privata ma lautamente finanziata dallo Stato) canta una versione folk-padana del ‘Va’ pensiero’ tradotta nell’incomprensibile vernacolo della Val Brembana.
Il leader dell’ALAMPO (Associazione Lombarda Allevatori Maiali Padani Ottusi) esibisce al guinzaglio una splendida coppia di clandestini marocchini tirati a lucido.
Un altro carro conduce un’allegra jazz band (come si tradurrà in padano?) guidata da Bob Saxophon e composta da noti musicisti ospiti stranieri: Putin al tamburo militare, Gheddafi alla bombarda, Lukashenko al bombardino, Ben Alì al flauto arabo. Suonano una marcetta popolare dal titolo “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi! (o vi sparo!)”
A seguire, su un carro di ostentata II classe, il re dei Vandali Genserico Tremonti, reduce dalla conquista e dalla completa distruzione della tribù di Culturia. Come trofeo di guerra porta in dono, chiusi in una gabbia, un attore, un insegnante, un regista e un musicista.
Si sono macchiati della gravissima colpa non solo di non produrre profitti ma soprattutto di allontanare il popolo dai “mezzi di distrazione di massa” e di diffondere idee e valori lontani da quelli testimoniati dalla concezione della famiglia (allargata, molto allargata) del Principe.
Una folta rappresentanza della tribù alleata di Comunione e Lottizzazione sfila dietro un enorme striscione con su scritto: TOGLIETECI TUTTO MA NON …l’Ente Fiera Milano, la Sanità (pubblica e privata), le Fondazioni, le Banche, le Imprese, i Consigli di amministrazione, la sussidiarietà (= soldi pubblici e profitti privati), etc.
Questo è ciò che probabilmente accadrà in Lombardia, non una volta l’anno, come per la festa straordinaria dell’Unità d’Italia, ma ogni 29 maggio, giorno della battaglia di Legnano, per la celebrazione della festa regionale del Carroccio.
Questo è il prezzo che si è dovuto pagare in Lombardia per vincere l’ostruzionismo della Lega contro i finanziamenti regionali per la festa del 17 marzo.
Naturalmente quel giorno non si lavorerà. Raggiunto lo scopo, infatti, i galantuomini leghisti hanno fatto in fretta a dimenticare che proprio loro avevano fatto eco all’ineffabile Marcegaglia quando si era lamentata del giorno di lavoro che si sarebbe perso e che sarebbe andato a carico delle aziende.
D’altra parte, avevamo appena finito di apprezzare la coerenza e l’onestà dei leghisti in occasione dell’approvazione del decreto ‘milleproroghe’ che, fra l’altro aveva ulteriormente rinviato, su loro richiesta, il pagamento delle multe per lo sforamento delle quote latte che gli allevatori sono tenuti a versare avendo, in modo fraudolento, prodotto più latte di quanto consentito dall’Europa.
La norma prevede infatti lo slittamento di sei mesi per l’inizio dei versamenti, che vengono spostati così dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 con i relativi oneri, pari a circa 30 milioni di euro, prelevati dai fondi per le politiche sociali, la famiglia e il diritto allo studio.
Una questione che dal 1984 ha accumulato un debito nei confronti dell’Ue di oltre 4 miliardi di euro e che ha spillato dalle tasche di ogni italiano oltre 170 euro a testa.
Si è trattato dunque di un vero e proprio ricatto, al limite dell’eversione e dello sberleffo, se si pensa che fra gli emendamenti presentati dai consiglieri leghisti si proponeva di inserire nel Comitato per i festeggiamenti del 17 marzo “il console austriaco o un suo delegato in rappresentanza della parte lesa” o un garibaldino ‘autentico’.
Non contenti di ciò, i leghisti hanno votato contro nel voto finale e hanno dichiarato che quel giorno non chiuderanno i loro uffici in Consiglio Regionale.
A proposito di furti poi, è il caso di ribadire con forza quanto ha ben scritto G. A. Stella, a proposito dell’indebita appropriazione da parte leghista dei simboli del Carroccio e del ‘Va’ pensiero’ di G. Verdi che sono simboli italianissimi essendo legati a due momenti storici di affermazione dell’identità nazionale contro un’indebita occupazione straniera, rispettivamente da parte di Federico Barbarossa e dell’Impero austriaco.
Solo ignoranza, malafede e meschini interessi di parte li hanno fatto assurgere, col beneplacito di tanta altra intellighenzia, a simboli di una scheggia egoista del paese contro tutto il resto, senza tacere, naturalmente, delle gravi responsabilità di questo ‘resto’ nel far sorgere questo conflitto.
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