Il progetto, varato, oltre che dal Ministro della Giustizia, dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), Franco Ionta, riceverà dalla Cassa delle Ammende del
Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria la somma di 4,8 milioni di euro e sarà gestito dalla Fondazione “Monsignor Di Vincenzo”, ente morale con personalità giuridica di diritto civile ed ecclesiastico, nato nell’ambito del “Rinnovamento nello Spirito Santo”. La scelta non è piaciuta affatto nè al mondo del volontariato, nè ai Garanti dei diritti dei detenuti: “Sono degli sconosciuti, il ministro ha scelto secondo amicizie, non secondo criteri di competenza”.
La sperimentazione riguarda intanto cinque regioni, tra le quali , naturalmente, la nostra, la Sicilia.
I propositi sono ottimi: dare un’alternativa a circa 1.800 ex-detenuti: di questi avviati al lavoro, 1100 dovrebbe essere collocati in cooperative sociali, 550 come dipendenti e 150 avvieranno nuove imprese o si aggregheranno a progetti esistenti. Cento in totale le imprese che – stimano i promotori – potranno essere costituite dai detenuti. Sarà creata una banca dati dove inserire i curricula (circa seimila) dalla quale i datori di lavoro possano attingere informazioni e, eventualmente, risorse. Tra gli obiettivi, la presa in carico delle famiglie dei detenuti con la creazione di Cittadelle su territori confiscati alle mafie.
Chi guiderà il progetto di recupero è il Movimento Ecclesiale “Rinnovamento nello Spirito Santo”, di cui è presidente Salvatore Martinez, in collaborazione con altre realtà, tra cui Caritas Italiana, le Acli, Coldiretti e Prison Fellowship International. Ma questi ultimi sarebbero solo dei comprimari, a detta di Livio Ferrari, già fondatore della Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia e attualmente Presidente del Centro Francescano d’ascolto e Garante dei diritti dei detenuti di Rovigo. “Prison Fellowship Italia – spiega Ferrari – è una diramazione di Prison Fellowship International, un’organizzazione fondata e diretta da Charles Colson (ex segretario di Richard Nixon), coinvolto nello scandalo Watergate. Quel che emerge dalla loro attività è un’enorme gestione economica. Il punto è che non sappiamo altro”. Patrizio Gonnella, dell’associazione Antigone, si augura il monitoraggio di una tale somma assegnata con criteri non trasparenti. Da sottolineare, poi, che sono migliaia i volontari delle carceri italiane che non hanno mai sentito parlare dei 200.000 fedeli di “Rinnovamento Nello Spirito Santo”, nè tantomeno li hanno visti in carcere.
Questo per quanto riguarda il metodo. Nel merito entra poi Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, una delle realtà di volontariato più significative in Italia. “In un mondo complesso come quello penitenziario questi automatismi non funzionano, è noto da tempo che vanno pensati percorsi differenziati. Certe proiezioni sono irrealistiche”.
E infine una notazione a margine , il richiamo allo Spirito santo e alle sue ali ci suggerisce immagini non rassicuranti di quattrini che prendano il volo. Ma queste sono solo libere associazioni. Nulla a che vedere con la realtà. Almeno così ci auguriamo.
Leggi Agenzia di collocamento per detenuti, ma il mondo dei volontari insorge di Ranieri Salvadorini su Repubblica del 6 Luglio 2010.
Per conoscere la posizione del Governo, leggi Carceri, agenzia di collocamento per detenuti sul sito del Governo Italiano e su quello del Ministero della Giustizia
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scusate e una bella cosa qst proggetto ma le agenzie di riferimento per le 5 regioni qnt si insidieranno, e a chi saranno affidate, spero solo ke decolla qsta aspetto vst notizie gz ale.