La guerra della autostrade siciliane

Da un po’ di tempo a questa parte, quando c’è di mezzo il presidente Lombardo, ogni questione riguardante la Sicilia diventa subito una matassa inestricabile e non si capisce più se si tratta di problemi politici, tecnici, economici o tutto insieme.
La notizia è che all’inizio di luglio arriva, improvvisa ma non inattesa, la notizia che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteoli e il ministro dell’Economia Tremonti hanno adottato un provvedimento che stabilisce la decadenza della concessione al Consorzio autostrade siciliane (Cas), da parte dell’Anas, per la gestione delle autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e Catania-Siracusa.
Secondo Matteoli e Ciucci, presidente dell’Anas, si tratta di un atto dovuto, scaturito dopo gli accertamenti compiuti dall’Anas, che hanno evidenziato gravissime irregolarità di gestione e reiterate inadempienze contrattuali. Le contestazioni riguardano in particolare la stato della manutenzione, che rende le autostrade siciliane particolarmente pericolose, e la scarsa chiarezza dei bilanci.
Per Lombardo invece si tratta di “un vero e proprio scippo fatto con grande destrezza ai danni della Sicilia e dei siciliani”, tanto più che egli rivendica il merito di aver assunto, fin dal suo insediamento,  iniziative volte alla riqualificazione del patrimonio autostradale siciliano, denunciando la precedente gestione spesso rivolta all’occupazione di poltrone e allo sperpero di risorse pubbliche.
In realtà Lombardo si era premurato di mettere in atto la decisione, presa di comune accordo con Matteoli, di sostituire il C.d.A. presieduto dalla dr.ssa P. Valenti, che aveva dato prova di voler metter ordine fra le carte e i numeri del Cas, con l’attuale Commissario straordinario Matteo Zapparrata, fedelissimo collaboratore del Presidente e noto per le nobili gesta urbanistiche  messe in atto o solo tentate quando era all’opera presso il Comune e la Provincia di Catania.
La controprova che non si tratta di un contenzioso tecnico ma di una puntata della telenovela che vede contrapposti Lombardo e Miccichè al Pdl nazionale si è avuta con la presa di posizione  del sindaco di Messina e deputato regionale “lealista” del Pdl Giuseppe Buzzanca.
Questi ha dichiarato: “Basta guardare lo stato di degrado e pericolosità nel quale versano le autostrade siciliane per rendersi conto che il provvedimento adottato dal Ministro delle infrastrutture non è solo opportuno ma anche tardivo”, aggiungendo che “il Governatore Lombardo deve finalmente aprire gli occhi e volgere lo sguardo sulla Sicilia. Si renderà conto che di illegittimo e di abusivo in Sicilia vi è solo lui.”
A prendere le difese del Cas è stato invece l’on. Carmelo Lo Monte, capogruppo Mpa alla Camera dei Deputati, che ha definito da Terzo Mondo la situazione di strade e autostrade siciliane in gestione Anas.
Lombardo continua a sostenere che quello del governo è un atto illegittimo e privo di fondamento, anche perché le autostrade costituiscono un patrimonio realizzato  in parte, con fondi regionali, europei e nazionali, con risorse cioè destinate comunque alla Sicilia.
Chiunque porti a compimento il risanamento del Cas, la prospettiva sembra essere la sua privatizzazione, cioè la costituzione di una società per azioni che dovrebbe avere la Regione come socio pubblico con la vendita di una percentuale di minoranza ad un gestore privato.
Che sia questa la prima modalità di attuazione del famigerato “Piano per il sud” annunciato un anno fa come intervento decisivo ed innovativo che avrebbe dato forza e spinta all’economia ed al lavoro di tutto il meridione?

Argo

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