Di infiorate ormai non se ne contano più: basta avere una strada in leggera pendenza, e giù a spargere petali di fiori multicolori, a formare composizioni più o meno artistiche. Ma i fiori vengono dall’Olanda e i maestri infioratori provengono dal Lazio.
Ma l’idea di esporre dei mosaici vegetali, utilizzando i rinomati prodotti dell’agricoltura locale (pomodori, carote, melenzane, patate, zucchine, …) è certamente un’idea originale per una manifestazione primaverile e, forse, anche un po’ ironica.
E’ questa, in sintesi l’idea che sta alla base della manifestazione di Pachino (SR), giunta ormai alla sua settima edizione, che si è svolta tra l’8 e il 10 maggio e che aveva quest’anno per tema “Mare, terra e ciliegino insieme al famoso vino rendono irresistibile Pachino”, assieme a quello di ricordare i 250 dalla fondazione del paese.
Se poi l’iniziativa viene dedicata a Giovanni Falcone e a tutte le vittime della mafia e gli ‘inverduratori’ sono studenti del posto, che magari non saranno artisti raffinati ma sono sicuramente genuini nella loro semplicità, significa anche saper valorizzare la creatività locale e farla incontrare con un intento educativo di alto valore civile.
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