Ieri 5 Maggio 2010 a conclusione di una lunga assemblea gli studenti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania hanno occupato la sede dell’ex Monastero dei Benedettini. L’eventualità di un’imminente chiusura della facoltà annunciata dagli organi di stampa, secondo quanto anticipato dal Rettore già il 23 Aprile 2010, sarebbe parte di un più ampio programma di “potenziamento e riordino” di tutto il sistema universitario siciliano tuttora allo studio del MIUR.
Anche il Consiglio di Facoltà ha già espresso preoccupazione e riserve rispetto ad un progetto che coinvolge direttamente tutti gli studenti, i docenti, i ricercatori e tutti i lavoratori della facoltà senza aver avviato alcun tipo di consultazione e senza tener conto del fatto che questa facoltà ha già compiuto sforzi notevoli riformulando l’offerta formativa secondo i più recenti provvedimenti . Ma seguire le regole evidentemente non è sufficiente e la Facoltà di Lingue resta a margine delle trattative tra ateneo, ministero e consorzi universitari che decidono “in privato” del futuro di un’istituzione pubblica statale.
I ricercatori precari dell’Università di Catania sono solidali con gli studenti che da questa notte occupano la sede di facoltà e si associano alla richiesta di una dichiarazione di “non disponibilità” alla chiusura della Facoltà di Lingue da avanzare al Senato Accademico perché:
– un progetto di riorganizzazione degli studi universitari in Sicilia è necessario, ma non serve se ignora qualsiasi opportunità di confronto con chi l’università la frequenta e la fa funzionare quotidianamente;
– un piano di riordino dei tre atenei siciliani serve con urgenza per dare risposte adeguate al deficit di risorse per la ricerca, all’emergenza occupazionale dei precari, al blocco delle progressioni di carriera e dei nuovi reclutamenti, alla riduzione delle opportunità e dei servizi per gli studenti, ma risulta un tragico paradosso nella prospettiva dell’istituzione di un quarto polo universitario statale pubblico, già anticipata dai ministri dello stesso Governo che prima sottrae risorse alle università e poi ne annuncia di nuove;
– la nascita di un quarto polo universitario è una proposta di grande interesse, ma solo se l’accompagnano obiettivi condivisi, progettualità e finanziamenti certi. Il quarto polo deve essere utile a rafforzare offerta formativa e ricerca con una visione strategica che metta la Sicilia al centro del Mediterraneo;
– un programma di potenziamento dell’istituzione universitaria in Sicilia non si può più rimandare, ma pretendere di attuarlo chiudendo le facoltà esistenti ed “a norma” è una beffa intollerabile.
Occorre allora avere chiaro che l’obbiettivo prioritario di qualunque progetto sull’Università pubblica statale, in Sicilia e su tutto il territorio nazionale, deve essere l’interesse di quanti vi studiano e lavorano e che le procedure di elaborazione e attuazione devono includere l’apertura di tavoli di trattativa con tutte le componenti universitarie e tutte le rappresentanze di categoria.
I ricercatori, precari e strutturati, dell’Università di Catania partecipano alla settimana di mobilitazione nazionale dell’università indetta da tutte le sigle sindacali dal 17 al 22 maggio 2010 e invitano tutti gli studenti, i docenti, i ricercatori, i dottorandi, tutti i lavoratori dell’ateneo a partecipare all’assemblea straordinaria di ateneo martedì 18 Maggio, ore 10.30, al Rettorato di Catania.
Catania, 6 Maggio 2010
Coordinamento Precari Università FLC-CGIL – Catania
Coordinamento Precari della Ricerca Catania
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