Categories: Senza categoria

Il carcere di Piazza Lanza è una bomba ad orologeria

Comunicato dell’associazione Radicali Catania,  16 aprile 2010
Il carcere di Piazza Lanza è una bomba ad orologeria. Le istituzioni intervengano subito: sarebbe irresponsabile continuare a fingere di non vedere che la situazione è sul punto di esplodere
I segnali di allarme provenienti dalla comunità penitenziaria del carcere di Piazza Lanza, a Catania, non possono più essere ignorati. I detenuti in questi giorni hanno scelto di battere sulle inferriate per denunciare le insostenibili condizioni in cui sono costretti a vivere. La polizia penitenziaria, dal canto suo, ha sottolineato la difficoltà di lavorare in un clima di crescente tensione.
E’ bene ricordare che la casa circondariale di Piazza Lanza è un istituto di pena tecnicamente “fuorilegge”. Oltre 500 detenuti sono stipati in celle che a stento potrebbero ospitarne la metà. Il numero degli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio è gravemente sottodimensionato rispetto alla previsione della pianta organica. L’assistenza sanitaria e quella psicologica sono carenti, così come il lavoro e la possibilità di socializzare. La stragrande maggioranza dei cittadini detenuti nel carcere di Piazza Lanza è in attesa di giudizio. Nella metà dei casi, il reato contestato è la violazione della legge sulla droga. In questo girone infernale ubicato nel cuore della città sono sistematicamente violati regolamenti, leggi e convenzioni internazionali. L’art. 27 della Costituzione affida al carcere una funzione rieducativa, ma Piazza Lanza assomiglia di più ad una “scuola” di delinquenza: un luogo in cui chi entra è destinato ad uscirne, con tutta probabilità, peggiorato sotto il profilo della attitudine a commettere reati.
Più volte, anche recentemente, esponenti radicali hanno effettuato visite ispettive all’interno del penitenziario catanese, constatando di persona una situazione di estrema emergenza. Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera, dalla mezzanotte di mercoledì 14 aprile è in sciopero della fame per sollecitare il Parlamento ad affrontare con urgenza la questione delle carceri. Le puntuali e dettagliate interrogazioni rivolte dall’onorevole Bernardini al ministro Alfano sul carcere di Piazza Lanza a tutt’oggi, nonostante i numerosi solleciti, non hanno ricevuto alcuna risposta.
Adesso non è più il tempo delle parole. Le istituzioni e i soggetti competenti, a qualsiasi livello, hanno il dovere di intervenire e disinnescare questa bomba ad orologeria, ristabilendo condizioni minime di legalità e dignità per chi vive recluso in carcere e per chi vi lavora. Continuare a guardare inerti o, peggio ancora, fingere di non vedere che la situazione è sul punto di esplodere sarebbe un atteggiamento a dir poco irresponsabile.

Argo

Recent Posts

Addio Ognina, il mare non è più di tutti

La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…

1 giorno ago

Alunni con disabilità, il Comune di Catania taglia i fondi per i servizi. Le alternative possibili

In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…

3 giorni ago

Elena Basile a Catania. I conflitti attuali e la politica dei due pesi e delle due misure.

Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…

5 giorni ago

Ultime sul Ponte. Siamo proprio in buone mani!

Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…

1 settimana ago

Mimmo Lucano a Catania, i migranti da problema a risorsa

Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…

1 settimana ago

Nazra Palestine Short Film Festival, non voltiamo lo sguardo

Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…

1 settimana ago