Lunedì 12 Aprile, per esempio, in via Siena, nel salone della parrocchia SS.Pietro e Paolo, è previsto un incontro con don Alberto Vitali su “Il Salvador a trent’anni dall’assassinio di Oscar Romero” e con la Dott.ssa Carla Pessina, della divisione medica di Emergency, su “La salute del mondo: un diritto che spesso diviene privilegio“.
Varie proposte, quindi, pensate ed organizzate insieme ad una o più associazioni che fanno parte di questa rete. Ecco come la Convenzione presenta se stessa:
La “Convenzione per la pace” è una rete di varie associazioni catanesi accomunate dal tentativo di affermare il principio della pace non in modo astratto o retorico, ma nella concretezza di azioni determinate dalla attuale situazione storica, sia locale che globale.
Il Centro Astalli con la difesa i diritti dei richiedenti asilo e di tutti gli immigrati, Pax Christi con il continuo richiamo ai diritti calpestati del popolo palestinese, Mani Tese ed il Cope con la realizzazione di progettualità solidali di sviluppo nelle aree extraeuropee, Emergency con la presenza del sostegno medico nei luoghi della guerra, la Lila con il coraggio di far emergere problemi e di percorrere strategie risolutorie di quegli ambiti legati alla tossicodipendenza e alla sessualità in genere sottaciuti, l’Arci con le molte attività che provano a trovare soluzioni ai disagi vissuti dalle minoranze e non sul territorio italiano, Libera, Fare memoria, l’Anpi attraverso la necessità di tenere sempre viva la memoria e l’impegno della lotta antimafia e della difesa dei principi democratici della Costituzione, l’Udi con le sue lotte per la libera determinazione della donna in Italia, il Circolo di lettura “Communitas” con l’attenzione alle riflessioni teoriche che la cultura diffusa tiene ai margini del proprio discorso, la Chiesa Valdese, la Comunità “L’Arca” e la Comunità parrocchiale SS. Pietro e Paolo con la disponibilità continua a vivere con gli esclusi e a dar vita con loro a spazi di inclusione attiva, la Cgil con la storica attività a favore dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di pari passo con i cambiamenti dello scenario: per tutte queste realtà, la ricerca e la difesa della pace è obiettivo imprescindibile e simbolico di un mondo rinnovato, obiettivo unificante anche nella consapevolezza che in una società come quella di oggi affermare il valore della pace implichi necessariamente un impegno a favore dei più deboli ed emarginati.
La rete nasce anche dal desiderio di creare una unità nella diversità, nel tentativo di dimostrare che è possibile per le varie associazioni mantenere la propria identità senza bisogno di contrapporsi o di rassegnarsi alla frammentazione. Il lavoro svolto fino ad ora ha dimostrato la ricchezza che nasce dal confronto e che lavorare in rete permette di rendere più incisivo e visibile l’impegno di ogni singolo gruppo.
Altro scelta caratterizzante è l’impegno all’interno delle scuole, la volontà di costruire una rete di insegnanti e giovani che possano con continuità mostrare come l’educazione alla pace che si conduce dentro le aule debba poter esercitare la sua influenza anche sul territorio. Per ottenere ciò, la Convenzione ha realizzato, a fine anno scolastico, manifestazioni che hanno reso disponibile alla collettività l’insieme dei lavori realizzati dalle scuole che hanno accettato l’impegno proposto.
L’urgenza di questo dialogo è dettata certo dalla necessità di riconoscere il costante e importante lavoro che i docenti della scuola pubblica svolgono, quasi sempre in silenzio, con i loro alunni, nella consapevolezza che sono i giovani i soggetti primari della società. Saranno essi che potranno migliorare il mondo che noi lasciamo loro in eredità. Soprattutto se, negli anni di crescita fondamentali per la formazione di una coscienza sociale, avranno ricevuto l’indicazione di criteri ispirati alla libertà, all’uguaglianza, alla fraternità, in una parola alla pace.
Sono questi gli auspici che gli aderenti alla “Convenzione per la pace”, con le loro attività comuni, si augurano di contribuire a far divenire realtà.
Che sia un’occasione per superare i particolarismi che hanno pesato e pesano negativamente sul lavoro associativo della nostra città?
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