Milioni in pasto ai clientes

“La finanza degli enti locali siciliani è un terreno fertile per sprechi, abusi e illeciti“, si legge su CataniaOggi . Il caso del Comune di Catania è quello che presenta i profili più gravi.
Alla gestione finanziaria degli enti locali è dedicato un lungo passaggio della relazione del procuratore regionale della Corte dei conti, Guido Carlino. I fattori ricorrenti di criticità riguardano non solo indebitamenti eccessivi ma anche

  • dubbie utilità delle spese
  • contenziosi civili e amministrativi
  • assunzioni irregolari di personale
  • facili affidamenti di consulenze
  • occultamento di debiti
  • sopravalutazione delle entrate

Molti sono i Comuni finiti sotto l’esame della Corte dei conti ma quello di Catania più di tutti per un cospicuo ‘buco’ di bilancio in gran parte dovuto al pagamento di interessi passivi per le anticipazioni di tesoreria. “Il ricorso agli onerosi finanziamenti a breve termine – ha spiegato Carlino – si rendeva necessario per fare fronte a impegni che non sarebbero stati assunti se fosse stata rappresentata un’effettiva realtà finanziaria che invece era stata occultata”.
Altre irregolarità hanno riguardato il pagamento di interesse fuori convenzione e la costituzione di due società per la gestione di servizi pubblici e per altri compiti istituzionali che hanno pagato compensi esorbitanti agli amministratori nominati ‘in numero assolutamente irragionevole.
L’altra faccia del disastro finanziario è costituita dai ritardati pagamenti alle ditte fornitrici. Con le casse vuote non sono stati onorati gli impegni. E le ditte si sono ritrovate in gravi difficoltà. Alcune hanno avviato procedure esecutive con ulteriore danno per le finanze dei Comuni”.
In particolare, per quanto riguarda il Comune di Catania, l’analisi della Corte dei Corti si è concentrata sulle delibere di Giunta relative al conferimento di incarichi ad avvocati esterni. In particolare nel 2007, l’Ufficio legale municipale avrebbe dovuto essere composto da sedici professionisti, ma i posti coperti in pianta organica erano solo quatto. La Corte ha osservato come il sistematico ricorso ad avvocati esterni sia in contrasto con la normativa che tende invece a ricondurre alle competenze dell’amministrazione tutti quei compiti che rientrano nell’attività ordinaria. Peraltro, la spesa per l’anno 2007 è stata di circa 250 mila euro, e non è emerso che i legali siano stati scelti mediante una procedura comparativa. E stato evidenziato come il servizio legale del Comune di Catania, in quel lasso di tempo, sia stato di fatto esternalizzato.
Per il 2008 gli incarichi non sono stati rinnovati e si è invece proceduto ad addestrare i dipendenti qualificati e già in servizio presso l’ente.
Della relazione della Corte dei Conti si occupa anche un articolo di Silvia Scardino su QdS
Per gli enti locali la normativa di riferimento è rappresentata dall’articolo 51 della legge 142 del 1990, poi trasfuso nell’articolo 110 del testo unico degli enti locali, ma anche dal decreto legge 223 del 2006, meglio noto come decreto Bersani.

Argo

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