La Regione siciliana è accanto alle imprese taglieggiate dal racket, dall’usura e a quelle confiscate alla mafia. A patto, però, che queste non le chiedano quattrini. Resta, così, solo sulla carta una legge regionale dell’anno scorso molto pubblicizzata come “primo intervento concreto per aiutare le vittime del racket ad affrontare il mercato”. La legge, infatti, è priva di fondi.
Lo ha verificato la Calcestruzzi Ericina nella persona dell’amministratore giudiziario di beni confiscati Luigi Miserendino, che ne è a capo e che adesso si sta occupando di traghettare l’impresa dalla confisca al rientro nel mercato.
“Si tratta di una legge senza soldi, -dichiara Miserendino- cioè i contributi non possono essere presi da alcuna parte perché non c’è nessun capitolo corrispondente, ma le debbo dire di più ho avuto difficoltà addirittura a trovare l’ufficio della Regione al quale rivolgersi. Una legge che solo sulla carta è rimasta abbastanza buona, ma nessuno ha pensato a mettere dentro anche un solo euro per farla funzionare».
Leggi l’articolo su Antimafia 2000 lotta al racket senza fondi
Per saperne di più sulla Calcestruzzi Ericina, vedi Dalle mani del boss ad azienda libera sul Sole 24 ore del 17 novembre 2007 e Nuova vita per la cooperativa Calcestruzzi Ericina Libera sulla pagina del sito di Libera del febbraio 2009. Su Libera leggi anche la rassegna stampa
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