Percepiscono 15.000 euro circa ogni mese, tra indennità e rimborsi spese (soggiorno a Palermo, trasporti, telefono). Sono i nostri deputati regionali. Una volta eletti, continuano a percepire emolumenti. C’è infatti il rimborso per lo svolgimento del mandato, ma c’è anche quello per cessazione di mandato. Non manca poi l’assegno vitalizio, a partire dal 65° anno di età, purché abbia svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni. Ben 5 anni di servizio… non i nostri 40!
I dettagli delle cifre si possono tovare sul sito della Regione siciliana. Possiamo così sapere che l’indennità parlamentare è di 5.210 euro al netto della ritenuta fiscale, che il rimborso per le spese di soggiorno a Palermo è di 4.003 euro mensili, mentre le spese di trasporto e viaggio sono rimborsate con 1.331 euro mensili (solo 553 se residenti a Palermo…). In alternativa c’è la gratuità dei trasporti marittimi, ferroviari e aerei. E il telefono? Tutto previsto: 345 euro mensili per spese telefoniche. Le spese per lo svolgimento del mandato parlamentare, di cui dicevamo, vengono corrisposte al Gruppo parlamentare nella misura di 4.678 euro per deputato. L’assegno di cessazione mandato, invece, è pari “solo” all’80% dell’importo lordo di una mensilità dell’indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.
Una risposta, seppure parziale, alle 13 domande sui costi della politica che il giornale on line SiciliaInformazioni ha posto al Presidente dell’Assemblea regionale: sull’ammontare dello stipendio lordo e netto di un deputato, sui benefit concessi, sul vitalizio di un deputato dopo una legislatura, sui fruitori dei vitalizi, su chi e come viene gestito il fondo di quiescenza dell’Assemblea regionale, sul contributo attribuito a ciascun deputato per i collaboratori e/o segreteria politica, sui contributi a ciascun gruppo parlamentare, sulle indennità attribuite a ciascun deputato per la partecipazione alle sedute e per gli incarichi, sui rimborsi spese dei deputati e dei loro assistenti per le missioni, sull’uso degli automezzi, sulla esternalizzazione dei servizi, sui controlli e sulla verifica dei contributi concessi ai deputati ed agli ex deputati a qualsiasi titolo.
Si continua a parlare di riduzione dei costi della politica, ma i dati dimostrano che si va in direzione contraria, anche a livello nazionale. Noi siciliani continuiamo, fino ad ora, a detenere il primato…. Sul Quotidiano di Sicilia del 31/12/2009, in un articolo di Maria Rosaria Minà, si legge: “L’Assemblea più costosa d’Italia. Il personale sempre più caro“.
Due milioni in più per varie indennità, inclusa quella di risultato, oltre ai 700 mila euro per personale esterno, come se non bastassero i 290 dipendenti dell’Assemblea.
Beni di consumo. Per il noleggio di autovetture 300 mila euro in più; 100 mila in aumento per acqua, luce e riscaldamento; 200 mila euro in più per servizi igienici e prodotti sanitari. L’Assemblea regionale siciliana, che svolge la sua attività nel bellissimo palazzo dei Normanni, costerà nel 2010, rispetto all’anno precedente, 5 milioni di euro in più. Si legge nel progetto di bilancio approvato dal collegio dei questori, con un totale di 171,3 mln a fronte dei 166,3 del 2009… L’aumento dei costi del bilancio interno riflette, in buona parte, la difficoltà ad intraprendere una politica di contenimento, rispetto a voci di spesa ingessate, prevalentemente addebitabili al pagamento delle competenze, dei relativi oneri previdenziali e delle imposte e tasse. In particolare, per il personale dell’Ars si spenderà 39,750 milioni di euro, a fronte dei 36,350 di quest’anno.
Incidono notevolmente sulla spesa complessiva, quelle legate ad attività istituzionali: alla Fondazione Federico II, andranno, ad esempio, 475 mila euro, invece che 300; 1 milione di euro sono impegnati per l’attività culturale. Altra voce costosa riguarda i servizi: la caffetteria e servizi di ristoro con il 2010 avranno un incremento di 200 mila euro, 130 mila euro andranno all’acquisto di quotidiani e riviste. Aumenta il budget per le spese di rappresentanza e per l’ammodernamento del servizio informatico, rispettivamente di 300 e di 211 mila euro.
“La politica costa”, ebbe a dire un illustre uomo politico, morto martire e latitante in terra d’Africa, e di cui si sta celebrando in questi giorni un non disinteressato quanto affrettato processo di beatificazione.
E, fino a un certo punto, è vero. Ma almeno qualcosa in cambio dovrebbe darla. Invece a noi cosa sta toccando di vedere? Un ignobile teatrino, a confronto del quale quelli delle torte in faccia delle comiche finali erano attori da oscar.
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