Dibattiti, spettacoli teatrali, laboratori. I primi organizzati dai giovani del “Coordinamento Fava” nella città natale del giornalista-scrittore ucciso dalla mafia, Palazzolo Acreide. Un incontro, al centro Zo di Catania, promosso dalla Fondazione Fava dal titolo “Come raccontare la mafia, senza chiedere permesso” con la consegna del premio Giuseppe Fava a Sigfrido Ranucci di Report che ha firmato l’inchiesta “I Vicerè” su Catania. Presenti e intervistati, oltre allo stesso Ranucci, il magistrato Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano, esperto in terrorismo, Giulio Cavalli esponente del teatro d’inchiesta o della verità che ha ricevuto il premio giovani e il figlio di Giuseppe Fava, Claudio. Si parla di memoria, di parole non dette, di fatti nascosti. Tutti condannano il silenzio.
Comincia Giulio Cavalli con un suo bel testo su Fava, poetico e forte. Poi Armando Spataro denuncia il segreto di stato, le schedature e la stampa asservita, pericoli per la democrazia. Guai a tacere i fatti, avverte Claudio Fava che mette in guardia dalle trappole dell’autocensura. Di informazione manipolata parla anche Ranucci citando ad esempio la guerra raccontata con immagini false ad uso e consumo di un occidente che manipola le informazioni, costruendo eventi sulle bugie e sulle omissioni. Di Catania Ranucci parla come di una grande opera incompiuta, una realtà dalle grandi potenzialità inespresse.
Un terzo appuntamento, a Cittainsieme, reca il titolo ” Ricordiamo Pippo Fava lavorando” e a promuoverlo è l’associazione ” Lavori in corso”. E’ un incontro operativo, l’ennesimo delle tante piccole testate, giornali di quartiere, di informazione universitaria e settimanali gratuiti spontaneamente nati a Catania. Da tempo, giovani e meno, si riuniscono all’ombra del campanile della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, sotto lo sguardo attento di un giornalista bravo come Riccardo Orioles. Per lui ricordare Fava è fare un giornale.
E adesso è il momento delle comunicazioni, quelle di un quotidiano on line, in Pdf, che uscirà il 21 marzo. “La gente – dice Orioles – non vuole la carta stampata perchè costa troppo ma vuole qualcosa che somigli alla carta stampata”. “Avete presente “u cuntu”? – spiega meglio – Sarà così il quotidiano on line nazionale, che uscirà il 21 marzo, per 5 giorni la settimana, con una direzione a staffetta tra le testate. E a settembre ci sarà anche un quotidiano locale, catanese, on line e forse anche cartaceo (basta trovare due pagine di pubblicità)”. Un progetto audace. Un sogno? Una chimera? Forse, e forse sarebbe piaciuto anche a Giuseppe Fava.
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