Ponte sullo Stretto: perchè dire no (1)

Iniziamo a partire da oggi una riflessione critica sulla annunciata costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Affronteremo i diversi aspetti – tecnici, economici, politici, sociali – della questione, fornendo anche le fonti da cui sono state ricavate le informazioni e seguendo una scaletta che forniamo in questo primo contributo.
Il nostro intento è quello di spiegare in modo articolato il motivo per cui il progetto del ponte vada rigettato. Sosteniamo questa posizione soprattutto perché la decisione di realizzare il ponte sullo Stretto è basata su una serie di menzogne.
La propaganda del Governo e della Società Stretto di Messina ha infatti lo scopo di nascondere tutti i limiti, le lacune, le bugie del progetto preliminare e del piano finanziario presentati per dare il via libera al Ponte sullo Stretto.
Malgrado le suggestioni della propaganda, il Ponte rimane un’opera dannosa e inutile dietro la quale si nascondono grandi bugie: il ponte servirà allo sviluppo economico del Sud e garantirà un più efficiente sistema dei trasporti; il progetto è approfondito e affidabile; l’opera verrà realizzata con fondi privati. Tutto falso.
Menzogne sul piano finanziario, sul costo dell’opera, sulla durata dei lavori, sull’analisi costi benefici, sul piano tecnico, sulle ricadute occupazionali (sia durante la costruzione, sia a regime), sulla utilità ad alleviare il ritardo nelle infrastrutture dei trasporti in Sicilia e Calabria.
In parole semplici nel progetto non c’è un solo conto economico e sociale che sia credibile.
Si cerca di nascondere l’ inquinamento mafioso fin dalle gare di appalto, la dimostrata inaffidabilità della Impregilo (l’impresa che si è aggiudicata l’appalto), la voragine economica che si apre nel bilancio dello Stato e che graverà sulle generazioni future, pregiudicando seriamente le loro possibilità di sviluppo.
E’ il compimento di un crimine politico, economico e contabile.
Malgrado anni di studi e miliardi spesi per il progetto, siamo ancora di fronte ad una elaborazione lacunosa rispetto ad aspetti essenziali e rilevanti. Sarebbe solo una gigantesca operazione finanziaria per le casse dello Stato; una cattedrale nel deserto con conseguenze irreversibili non solo per il Mezzogiorno ma per l’economia di tutta la nazione.
In nessun altro Paese europeo si potrebbe mai pensare di prendere una decisione tanto importante, complessa e onerosa con il livello di superficialità e di mancanza di trasparenza ai quali stiamo assistendo per il Ponte sullo Stretto
Il nostro ragionamento seguirà grosso modo questa articolazione:
1 – Menzogne sul piano finanziario
2 – Menzogne sul costo dell’opera e sull’analisi costi benefici
3 – Menzogne sulla durata dei lavori
4 – Menzogne sul piano tecnico
5 – Inquinamento mafioso fin dalle gare di appalto
6 – Valutazione di impatto ambientale non effettuabile sul progetto preliminare
7 – Menzogne sulle ricadute occupazionali
8 – Inutilità dell’opera per la Sicilia e la Calabria
Il dossier è basato sulle fonti elencate in appendice. Si tratta di articoli, pubblicazioni, interviste riportate su Internet, su giornali o trasmessi alla Radio.
Da tali fonti si sono estratte notizie, considerazioni e dati nel modo più fedele possibile, riorganizzando liberamente solo la disposizione dei contenuti.
Sono state privilegiate le pubblicazioni con rilevanza internazionale, le considerazioni espresse da specialisti del settore, le interviste concesse da professori universitari e ricercatori competenti della materia.