Noi siciliani siamo abituati a fare le cose in grande: siccome una sola mafia, quella tradizionalmente criminale, non ci bastava, con metodica pazienza ce ne stiamo costruendo una seconda, non meno dannosa della prima.
Stiamo parlando della ‘malaburocrazia’, una vera e propria ‘mafia bianca’, quel nodo scorsoio sempre più stretto al collo dell’economia sana, costituito da quei burocrati che, in collusione con quei politici che stanno sistematicamente occupando tutti i centri decisionali, bloccano tutto con l’esercizio di pratiche clientelari.
E’ quanto hanno denunciato i Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, presentando un primo, provvisorio, bilancio di Addioburocrazia uno sportello virtuale a cui da qualche mese è possibile rivolgersi per denunciare le malversazioni subite da un sistema burocratico-clientelare sempre più vorace e ottuso. In solo tre mesi sono stati raccolte oltre 100 segnalazioni e numerose altre sono pervenute agli sportelli delle associazioni territoriali.
Si registrano abusi e soprusi di ogni genere: dal certificato fermo da mesi alle pratiche-lumaca che impiegano anni per passare da un tavolo all’altro, spesso nella stessa stanza dello stesso ufficio, tutto allo scopo di fissare un prezzo a ciò che, nei paesi civili, è semplicemente un diritto elementare.
“I dirigenti generali della Regione, ha affermato il presidente regionale dei Giovani imprenditori Giorgio Cappello, superburocrati che hanno la responsabilità di fare funzionare gli assessorati e di controllare che 2.111 dirigenti e 21 mila dipendenti facciano il loro lavoro e rispettino le regole, spesso non riescono a farlo perchè hanno contemporaneamente una marea di incarichi collaterali. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sono tantissime le sacche di abuso che si creano impunemente nei rapporti con le aziende.”
Cita quindi un esempio concreto: “La Sicilia è l’unica regione d’Italia dove sono state mantenute le Commissioni provinciali tutela ambiente, un nugolo di componenti pagati per dare pareri non vincolanti alle pratiche dell’assessorato regionale al Territorio. In quella di Trapani ci risultano bloccate 25 pratiche, varie le pratiche ferme a Enna, Caltanissetta e Agrigento, in quella di Ragusa addirittura 38. Una di queste pratiche di investimento è ferma dal 2004 perchè ancora si attende il parere della Cpta. Come se non bastasse, ciascun presidente di Cpta nomina un suo consulente: in cinque commissioni il consulente è la stessa persona. […] Le stesse competenze potrebbero essere trasferite alle Arpa provinciali, che invece sono dotate di tecnici, laboratori, mezzi e professionalità per rilasciare nei tempi di legge i previsti pareri”.
Per rendere più efficace e concreta l’azione intrapresa è stata stipulata un’intesa con l’Aiga, Associazione Giovani avvocati, per fornire consulenza gratuita, valutazione delle pratiche e soprattutto suggerimenti per sbloccarne l’iter.
Pur in un quadro complessivamente sconfortante, piccoli ma concreti segni di speranza continuano a fiorire. Coraggio!
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