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Concorso truccato, preside occupato

Le sentenze della magistratura? Niente paura, ci pensa la politica a renderle vane. Stavolta la partita si gioca a scuola, la scuola siciliana, ma in gioco non ci sono solo posti di dirigenza, bensì i più elementari principi che dovrebbero governare uno stato di diritto.
Oltre duecento dirigenti scolastici sono stati nominati dal 2007 grazie ad un concorso annullato nel maggio scorso da due importanti sentenze del CGA, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, perché espletato con procedure dichiarate irregolari. Ebbene, a fronte della imminente e concreta possibilità che il concorso venga annullato la politica che fa? Appronta contromisure per tentare di sanare l’illecito e insabbiare il pronunciamento dei giudici, nella speranza che il caso venga chiuso e che tutto venga messo a tacere.
Proprio per questo noi ne parliamo e ci sforziamo di fornire a tutti informazioni sulla vicenda. Proviamo a ripercorrere le tappe salienti della lunga storia di questo concorso.
Già nella fase preconcorsuale sono sorti i primi problemi per la valutazione dei titoli utili per essere ammessi. Numerosi ricorsi presentati al TAR, anche da soggetti privi dei requisiti previsti dal bando, hanno consentito l’ammissione al concorso in via cautelare dei ricorrenti. Espletata e corretta la prova scritta, sono emerse le prime gravi irregolarità, messe in luce dagli stessi verbali della commissione giudicante, composta da cinque componenti di cui uno con funzioni di Presidente:

  • La correzione degli elaborati è stata effettuata da una commissione illegittimamente composta, in quanto articolata in due sottocommissioni, formate da due soli componenti che operavano contemporaneamente, mentre il presidente, pur firmando i verbali di entrambe, non poteva essere in entrambe presente.
  • Il tempo medio di correzione di ogni singolo elaborato è stato di due minuti e mezzo, decisamente insufficienti per correggere compiti di otto o più facciate.
  • Per la valutazione degli elaborati la commissione ha omesso di costruire una griglia di valutazione, nonostante fosse esplicitamente richiesta dallo stesso bando.

I ricorsi di molti candidati esclusi e le denunce, rese pubbliche anche nel corso di una puntata (17 marzo 2007) della trasmissione televisiva “Mi manda Raitre”, rivelarono palesemente e clamorosamente l’impossibilità che la correzione degli elaborati e la loro valutazione fossero avvenute nei tempi verbalizzati e, fatto ancor più sconcertante, che elaborati contenenti gravi e reiterati errori di ortografia e sintassi fossero stati valutati positivamente dalla Commissione. Inquietante anche la presenza in alcuni elaborati di vincitori di chiari segni di identificazione che, in circostanze normali, avrebbero comportato l’esclusione dal concorso stesso.
Alla trasmissione televisiva citata era presente il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Guido Di Stefano, il quale, in quella sede, prese atto delle contestazioni impegnandosi a dare esecuzione ad eventuali sentenze, ma dichiarò, in buona sostanza, di essersi fidato del Presidente, nel frattempo deceduto, e attribuì ogni responsabilità alla Commissione.
A seguito del clamore suscitato dalle contestazioni mosse, la stessa Direzione Generale e il Ministero della Pubblica Istruzione disponevano una ispezione per accertare lo stato delle cose. I risultati dell’ispezione sono contenuti in una relazione (Legislatura 15, Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01744, pubblicato il 12 aprile 2007) che ha confermato in modo puntuale ed evidente le irregolarità già denunciate ai mezzi di informazione e, ancor prima, alla Procura della Repubblica di Palermo.
Compiti corretti in un batter d’occhio (ictu oculi, ammetterà lo stesso Di Stefano), presenza di gravi errori di grammatica in prove valutate con voti medio-alti, commissione irregolare, assenza di criteri di correzione e di valutazione espliciti e condivisi… In un paese normale ce ne sarebbe abbastanza per fermare tutto, e invece? Niente. Anche l’allora Ministro, On. Giuseppe Fioroni, non dà seguito all’esito del lavoro ispettivo.
In assenza di risposte concrete centinaia di concorrenti esclusi presentavano ricorso nei confronti dell’amministrazione, che il TAR di Palermo dichiarava inammissibili. Contro tale sentenza i ricorrenti presentavano appello. Nelle more, la graduatoria del concorso veniva approvata e pubblicata nel luglio 2007. I vincitori, in data 1 settembre 2007, erano nominati dirigenti scolastici ed assegnati alle varie sedi, mentre l’anno successivo per scorrimento della graduatoria sulle sedi disponibili venivano nominati gli idonei.
Nel maggio 2009 il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana, chiamato a decidere in appello rispetto al ricorso principale che il TAR aveva respinto, accoglie invece il ricorso emettendo due sentenze (nn° 477 e 478) che annullano i verbali di valutazione delle prove concorsuali, relative al Corso-Concorso e condannano il Ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico Regionale per la Sicilia e la Commissione Giudicatrice del concorso al pagamento delle spese del giudizio.
Le sentenze, relative a due ricorrenti (ma oltre duecento ricorsi sono ancora pendenti, nonché numerose diffide), contestano “… che le due Commissioni avevano proceduto alla correzione di moltissimi elaborati con una Commissione incompleta in quanto nell’una o nell’altra era assente il Presidente, in violazione del combinato disposto dell’art. 8 del bando di concorso, dell’art. 2 comma 7° del D.P.C.M. 30/05/2001, n. 341” e dichiarano che “l’appello va accolto e vanno annullati gli atti impugnati con il ricorso principale e con i motivi aggiunti, salvi ovviamente gli ulteriori provvedimenti della Amministrazione”.
Interrogazioni e interpellanze vengono presentate, sia alla Camera sia al Senato, al Ministro del MIUR, On. Maria Stella Gelmini, affinché si faccia chiarezza sulla controversa vicenda.
Di fronte all’ostinato silenzio dell’USR, gli avvocati dei ricorrenti chiedono l’esecuzione del giudicato, cioè la nomina di un commissario ad acta che proceda all’esecuzione della sentenza. Giovedì 15 ottobre 2009 il CGA si è riunito e ha respinto la richiesta degli avvocati che difendono gli interessi dei neopresidi siciliani di rinviare l’udienza successivamente al 20 ottobre, giorno in cui una nuova Commissione avrebbe provveduto (per la terza volta!) alla valutazione degli elaborati scritti delle ricorrenti. In corner, infatti, due giorni prima, l’USR aveva emanato un decreto nominando una nuova commissione per procedere al riesame delle prove scritte delle due ricorrenti: nulla di strano, se non si trattasse del… riesame del riesame, giacché gli elaborati delle due candidate sono già stati ricorretti e rivalutati negativamente a seguito dell’esito del precedente ricorso. (Per la cronaca, non è dato sapere con quale garanzia di anonimato gli elaborati delle ricorrenti siano stati ricorretti e bocciati di nuovo … ).
Ed eccoci giunti al rash finale. In attesa di una nuova sentenza del CGA, e nella consapevolezza che essa possa prevedere l’annullamento della procedura concorsuale, i politici fanno quadrato, giocando d’anticipo e inserendo all’interno del cosiddetto decreto salva-precari un emendamento salva-presidi, che riguarda nientemeno che … i dirigenti scolastici siciliani!
In sostanza, nonostante il concorso sia stato di fatto annullato con sentenza definitiva dai magistrati siciliani, tale emendamento consente ai candidati dichiarati vincitori di non subire alcuna conseguenza e di restare al loro posto e, contemporaneamente, elargisce un contentino a coloro che hanno visto o vedranno accogliere il loro ricorso, consentendo loro di sottoporsi alle procedure selettive per essere inseriti, se risultati idonei, nelle graduatorie per la nomina a dirigente nell’anno scolastico 2010-2011.
Inutile il fatto che per due volte la Commissione Cultura della Camera abbia dichiarato l’emendamento inammissibile: esso viene ripresentato, votato e approvato, sbeffeggiando ogni principio di legittimità, di coerenza, di legalità. Tra i firmatari dell’emendamento molti deputati del PDL, ma anche uno del Partito Democratico e uno del MPA.
Ancora una volta la politica, tutta(!), entra a gamba tesa nelle decisioni della magistratura, rendendo evidente la crisi in cui versa lo Stato di diritto nel nostro Paese. La crisi della democrazia è talmente seria da mortificare il ruolo della classe politica, ridotta a gestire affari privati e ad assecondare privilegi di gruppi di potere, contrabbandando il tutto per il pubblico bene.
Il 20 novembre il decreto salva-precari e l’emendamento salva-presidi saranno discussi al Senato: il senso della decenza ci spinge a sperare che la partita non sia ancora chiusa.

Argo

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  • Lo stato di diritto è l'unica condizione per una convivenza civile ...quando accadono simili ingiustizie ..... cioè ... plateali .. prese di posizione contro gli ambiti di pertinenza della Magistratura ....vuol dire che ci troviamo .... in una condizione di pre-barbarie .... la similitudine è questa ...così come le orde dei barbari ..... superano gli antichi confini ...il vallo romano .... incendiando ogni cosa .... anche la casta dei politici crede di poter rompere ogni confine di divisione dei poteri .... e supera i confini ideali della convivenza civile basata sulla Costituzione e sulle norme scritte ..ma anche sulle consuetudini ...... mai si era giunti a tali nefandezze ....come quelle odierne .... contro la Cassazione , contro la Corte Costituzionale , contro i Giudici di merito , contro i PM scomodi ,,, e così anche contro i TAR e il CGA .......

  • Dirigenti scolastici: vincitori “ope legis” di un concorso annullato
    Le annose e travagliate vicende dell’ultimo corso-concorso per dirigenti scolastici si erano di recente soffermate sui risvolti che avevano assunto in Sicilia, una regione nella quale, in più occasioni, erano state messe in evidenza una serie di anomalie che, partendo dalla nomina e dalla composizione della commissione esaminatrice, avevano poi portato a contestare, dati alla mano, le modalità con le quali si era proceduto alla correzione degli elaborati scritti, che, in alcuni casi, avevano prodotto risultati eclatanti, attribuendo punteggi elevati a temi che contenevano errori ortografici, e con correzioni effettuate anche alla velocità di otto facciate in 120 secondi, in pratica 15 secondi a facciata. Nel merito il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana, chiamato a decidere, aveva accolto i ricorsi presentati, emettendo al riguardo due sentenze, notate ai numeri 477/09 e 478/09. A questo punto non rimaneva che una ed una sola soluzione per dare seguito alle suddette sentenze: annullare integralmente la procedura concorsuale, con tutti gli effetti derivati, compresa la revoca delle nomine effettuate. Ed invece è arrivata l’ennesima ciambella di salvataggio lanciata con un emendamento, approvato nella seduta n. 236 di mercoledì 21 ottobre 2009 dalla Camera dei deputati, nel corso della discussione sulla conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, più noto come decreto salva precari, ed ora anche salva dirigenti. Tale emendamento consente in pratica a quei candidati che avevano superato il concorso con le modalità contestate, riconosciute in sentenza, di non subire alcuna conseguenza, visto che si afferma che l’annullamento delle procedure concorsuali non comporta effetti giuridici nei confronti di coloro che sono stati assunti, i quali, dunque, resteranno al loro posto nonostante che il concorso sia stato di fatto azzerato. Ripercorrendo la lunga storia di questo concorso, bandito cinque anni fa, viene proprio da pensare che l'Italia sia diventata la patria del rovescio, dopo essere stata in passato la culla del diritto, dal momento che, con diversi salvagente, lanciati al momento opportuno, si sono anche inventati i vincitori “ope legis” di un concorso annullato con sentenza passata in giudicato.
    Gennaro Capodanno - Napoli

  • ma qualcuno di voi ha mai pensato che fra i duecento presidi ce ne sono molti la cui unica colpa è quella di averlo fatto il concorso, che hanno superato tutte le prove e sono rientrati nel numero dei vincitori senza conoscere gli inciuci di cui parlate e che sono venuti a conoscenza degli stessi in questi mesi? Avete mai pensato a quelle persone con vent'anni di servizio onorato alle spalle che hanno fatto il concorso e hanno espletato il mestiere di dirigente per la modica cifra di 2.260,00 euro senza aver mai avuto a che fare nè con la politica nè con il potere e che oggi si ritrovano delegittimate, SENZA COLPA ma fieramente certe di aver espletato tutte le prove con onestà e correttezza? Quale responsabilità hanno questo numero di persone che hanno partecipato onestamente senza nulla avere da spartire con raccomandazioni e altre porcherie del genere? Il lavoro di tanti anni, la serietà, il sacrificio di vent'anni di onorato servizio è stato calpestato ed oggi si ritrovano nei vostri articoli e lettere senza colpa alcuna. Questa è la vostra giustizia? E' vero l'Italia è diventata la patria del rovescio ma bisogna anche mettersi dalla parte di chi questo rovescio lo sta subendo più di tutti gli altri. I veri responsabili, quelli che hanno permesso che gli inciuci avvenissero e che fino ad oggi non si stanno prendendo responsabilità alcuna, saranno finalmente puntiti? Da quelli di noi che si sentono profondamente offesi e umiliati da quanto è successo vi assicuro di si perchè io stessa sono pronta a spendere il tempo che mi resterà a far si che la loro poltrona non sia più comoda come è stato fino ad oggi.

  • Sicuramente è sempre errato fare di tutta un'erba un fascio, però un fatto è certo: I tempi di correzione non lasciano dubbi di nessun genere!!!!!!! La commissione non ha letto e di conseguenza corretto gli elaborati!!!!!! sulla scorta di quali indicatori ha separato i buoni dai cattivi?!!!!!!!!!! Perchè i suoi elaborati, sicuramente perfetti, sono stati letti e corretti e quindi giudicati ed altri invece sicuramente cestinati, senza alcuna esitazione e senza alcuna valutazione come recita la sentenza. La commissione ha emanato delle sentenze tu passi, tu no, sulla base di quali criteri ha operato? Stento a credere al lancio dei bussolotti!!! L'unica spiegazione plausibile e che esisteva una lista preventiva dei futuri D.S. ancor prima che il concorso fosse espletato!!!!!!!!
    E Andiamo alle conclusioni e alle responsabilità di quanti hanno partecipato a questa sagra (sia quelli visibili, sia i convitati di pietra, gli invisibili).
    Chi ha nominato la Commissione, chi i referenti, quali le loro responsabilità? Il Direttore regionale in primis, I sindacati (ufficialmente come controllo), la politica ha avuto un ruolo? certamente. La legge che riconferma nell'incarico i D.S. nonostante la sentenza di un tribunale ne è la conferma. E andiamo ai candidati al concorso. se i Commissari, è presumibile, avevano già una lista di vincitori prima di espletare il concorso, i candidati sono entrati casualmente in questa lista o avevano dei referenti politici-sindacali? Naturalmente ad eccezione della scrivente di cui sopra, al fine di non fare di tutta un'erba un fascio. Se abbastanza realisticamente esistono dunque delle responsabilità di vari soggetti, non era forse dovere della magistratura indagare e perseguire gli eventuali responsabili? E invece no!!!! Al contrario gli stessi soggetti procedono alla nomina di una nuova commissione per ripetere un copione già visto (una nuova farsa!!!!!!) col solo scopo di ratificare ciò che ha fatto la prima? Io credo che andrebbero acclarate le responsabilità dei vari soggetti e conseguentemente esclusi da qualsiasi operazione futura, partendo da chi ha avuto responsabilità di nomina dei commissari, ai candidati collusi.

  • Partito della Rifondazione Comunista
    Comitato regionale della Sicilia
    Il segretario
    COMUNICATO STAMPA
    Concorso dirigenti scolastici in Sicilia: non c'è alternativa alla legalità.
    La ormai troppo lunga vicenda del concorso dei presidi in Sicilia si avvita in un clima sempre più inquietante. Gli annunci sulla diserzione del concorso ma soprattutto la dichiarazione di uno stato d'agitazione sindacale (contro chi? Siamo di fronte ad una sorta di serrata contro la magistratura?) danno il senso di una concezione delle funzioni istituzionali, preoccupante in chi riveste ruoli di così delicata responsabilità. Un piccolo e provinciale, ma non per questo meno significativo, esempio di quel sovversivismo delle classi dirigenti, di cui parla Gramsci e che è ancora così attuale nell'Italia di oggi.
    Notiamo, per inciso, che si tratta di soggetti, spesso, che hanno frapposto i più pretestuosi ostacoli allo svolgimento di legittime iniziative sindacali di docenti e ATA.
    Ancor più grave è il contesto di trasversalismi politici cresciuto intorno alla vicenda e in cui si sviluppano iniziative legislative improprie e a volte paradossali, come il recente disegno di legge di cui è prima firmataria l'on. Siragusa.Ribadiamo ancora una volta che la scuola siciliana deve uscire da questa vicenda con un inflessibile rispetto delle regole, quel rispetto che tante volte è mancato in questi anni di governo delle destre, che anche nel mondo dell'istruzione, sono anni di sentenze non applicate e principi costituzionali massacrati.
    Luca Cangemi
    (Segretario Regionale Prc)

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