Se vi capiterà di farlo, potete evitare di andare a provare le più famose, ma finte, emozioni del toboga di Gardaland perché qui le proverete vere, gratis e con molta più adrenalina.
Pensate: in pochi secondi dovete lanciare una sonda per calcolare la profondità del laghetto da attraversare in rapporto all’altezza della vostra macchina, indovinare la traiettoria migliore anche andando fuori mano e sperando di non incappare in una buca aggiuntiva, ritrovarsi sommersi dallo tsunami sollevato dall’imbecille di turno in suv che nel frattempo attraversa di fianco a voi la stessa pozzanghera, rovesciargli addosso – a vostra volta – le più efferrate giaculatorie che conoscete, rischiare un infarto se il motore della vostra macchina ha un piccolo mancamento e minaccia di fermarsi proprio in mezzo al guado. E, dopo poche centinaia di metri, ricominciare tutto da capo. Ma volete mettere?
Se questo però è forse un caso limite, ormai è esperienza comune che basta uno scroscio di pioggia un po’ più insistente perchè moltissime strade della provincia, ormai tutte asfaltate e accuratamente sigillate da entrambi i lati, in genere sprovviste di fognature o di drenaggi di altra natura, si trasformino in breve in vorticosi torrenti in piena o in laghetti stagionali e diventino impraticabili, a meno che non si posseggano appunto quelle mostruose macchine alte mezzo metro da terra e a quattro ruote motrici che, con il loro elegante incedere, allietano sempre più numerose le nostre strade.
Peggio ancora accade in città, malgrado i lavori miliardari per la costruzione di canali di gronda e reti fognanti per lo smaltimento delle acque piovane: se poi non si pensa al banalissimo lavoro di pulizia e manutenzione ordinaria dei tombini di intercettazione, regolarmente intasati da terra, detriti e spazzatura mal raccolta, alla prima pioggia non si riesce ad evitare che molte strade si trasformino in deliziosi specchi d’acqua increspati dal vento per cui quella enorme quantità di denaro pubblico risulta semplicemente buttata in un pozzo a perdere.
Ma alla fine ci viene un dubbio. Rafting, canoa, tavola a vela: che sia l’ennesima risorsa naturale che non sappiamo sfruttare adeguatamente?
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