Ma ecco cosa di quella serata ha scritto Sergio Sciacca su La Sicilia.
Il cenacolo di cattedratici e i «lettori di… italiano»
«L’Italiano è l’unica lingua straniera che non si studia in Italia» affermava con sarcasmo Carlo Muscetta (1912-2004), indiscusso maestro di critica letteraria, cattedratico per lunghi anni a Catania, dopo essere stato agguerrito polemista negli anni difficili del fascismo roboante e dell’antifascismo di sistema, distribuendo equamente antipatie sonore (e finì in carcere con Leone Ginzburg) e affettuose amicizie, anche a persone di mediocre posizione sociale, ma di cristallina schiettezza civile. Quella sua frase dall’apparenza paradossale …dà la misura del suo acume e dello stile bonario con cui sapeva stemperarlo. Lui che era maestro di stile italiano e reggeva prestigiosamente la cattedra universitaria di letteratura italiana, sapeva che la lingua italiana pochi la conoscono perché pochissimi la studiano seriamente, anche all’università. Con quell’epigramma ha concluso il proprio discorso Silvano Nigro, suo allievo prediletto, cattedratico a Pisa e negli Stati Uniti…nel cenacolo che la signora Marcella Muscetta, come tutti gli anni, ha organizzato sulla collina di fronte ai Faraglioni, tanto amata dal Maestro, con i suoi allievi, ora cattedratici e professionisti di punta, per continuare a parlare con i suoi libri, cioè con Lui.
Silvano Nigro ha da poco riportato in libreria “L’Erranza”, vivacissima autobiografia epistolare in cui Muscetta descrive incontri e scontri della sua esperienza contro l’eterna «Italietta» delle mezze verità e dei compromessi….
Nigro ha ricordato gli affetti e gli scontri (i quali ultimi sono determinati dai primi) dei suoi anni di apprendistato e poi di affermazione internazionale. Ha fatto vivere quegli anni e quei momenti e la signora Marcella ne è rimasta profondamente colpita e commossa.
Rosa Maria Monastra (altra allieva di elezione del grande italianista) ha discusso delle tematiche profonde del libro riscontrando la sottile ironia dei simboli con cui Muscetta sottolineava non la passeggera retorica, ma la immutabile stabilità del saggio. E Angelo Scandurra, l’editore al quale Muscetta ottuagenario volle affidare le proprie pagine, ha come sempre ripreso il tema dell’impegno civile che è insito nella cultura militante… e ha perorato la causa …di una ripresa della Cultura etnea, che ufficialmente ha fatto poco o niente per continuare la vivacità intellettuale del proprio nobile nume tutelare…>>
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