La tortura è proibita ma praticata in Libia. Di 32 detenuti libici intervistati nel 2005 da Uman Rights Watch, 15 sono stati torturati per ottenere confessioni poi utilizzate nei processi. La nazione nordafricana viola, con i respingimenti collettivi, le direttive europee, la convenzione di Ginevra, il diritto internazionale e la legge italiana. E sempre a proposito della Libia, Amnesty international, in un rapporto recente, rivela “un perdurante contesto di violazioni dei diritti umani, la prolungata assenza di indagini e chiarimenti su casi del passato e un clima di paura, in cui la maggior parte dei cittadini ha timore di sollevare questioni relative ad abusi del passato e del presente”.
Visitando il sito http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/ si può saperne di più dei metodi utilizzati dalla Libia per controllare i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia e Europa; si può inoltre visionare il film prodotto da Asinitas Onlus in collaborazione con ZaLab che Come un uomo sulla terra chiede di far vedere in altre città, organizzando proiezioni. “Noi, – dice una mail di Come un Uomo sulla terra – insieme a Fortress Europe, vi faremo da ufficio stampa. Siamo una rete di migliaia di persone. Trovate tutte le info necessarie sulla campagna IO NON RESPINGO nella home page del sito del film.”
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