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A che serve il Parlamento europeo?

Certo, una campagna elettorale tutta “papi & Noemi” non ha aiutato molto le persone a chiarirsi le idee sul ruolo e sul peso effettivo che ha il Parlamento europeo che stiamo andando a rinnovare. Eppure, contrariamente a quanto pensa il comune elettore, non è affatto vero che esso sia privo di poteri rispetto, ad esempio, alla Commissione europea. Certo i componenti della Commissione sono nominati direttamente dai Governi nazionali e quindi godono in teoria di un maggiore peso politico e decisionale, ma sono anche maggiormente soggetti alle pressioni delle lobby (soprattutto quelle dei vari settori dell’economia).
Il Parlamento però ha dalla sua il fatto di essere espressione diretta dei cittadini che, scegliendo partiti e candidati (nella nostra circoscrizione si possono indicare fino a tre preferenze), hanno in mano un’arma significativa per incidere sugli orientamenti politici delle future scelte. In prospettiva, inoltre, man mano che andrà crescendo l’unità politica dell’Europa, esso assumerà un ruolo sempre più centrale.
Su un’ampia serie di materie , già adesso, il Parlamento ha poteri di co-decisione con la Commissione e in settori cruciali quali: ambiente, trasporti, immigrazione, mercato interno, ecc. In tutte questi campi l’Assemblea ha la possibilità di correggere o respingere le proposte della Commissione.
Dal momento in cui entrerà in vigore il trattato di Lisbona – il documento che ridisegna il quadro giuridico e gli strumenti normativi necessari al governo di un’Europa ormai allargata, (deve solo essere ratificato dall’Irlanda) – i poteri di co-decisione saranno ulteriormente aumentati.
Fondamentali sono state negli anni scorsi le decisioni prese in tema di liberalizzazioni, mercato del lavoro, ambiente, commercializzazione dei prodotti chimici, riduzione dell’uso di pesticidi in agricoltura, etc.
L’Assemblea, inoltre, con l’approvazione di risoluzioni e mozioni, anche se di per sè non vincolanti, orienta in concreto l’attività della Commissione.
Ultimamente, ad esempio, il Parlamento ha approvato a larga maggioranza una serie di emendamenti che respingono l’impostazione della Commissione in particolare per quanto riguarda la possibilità di derogare al tetto massimo di 48 ore lavorative settimanali.
In un altro caso ha approvato una mozione di indirizzo con la quale si sottolinea la necessità di contrastare il narcotraffico, modificando l’attuale approccio proibizionista che criminalizza i consumatori che, invece, devono essere coinvolti nella strategia di prevenzione.
E il prossimo Parlamento ha già in calendario altri temi di grande rilievo per i cittadini come la regolamentazione dei mercati finanziari, la riduzione dei gas inquinanti, la limitazione delle coltivazioni O.G.M., l’efficienza energetica e l’utilizzo delle energie rinnovabili, la regolamentazione del’immigrazione, la lotta al terrorismo, la riforma del Welfare a livello europeo.
Per tutti questi motivi, quindi, astenersi dal voto così come scegliere un partito o un altro, un candidato o un altro, non è affatto indifferente: che ne siamo consapevoli o no, il nostro futuro sarà sempre più europeo!

Argo

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