In un piovigginoso pomeriggio, come talvolta solo il mese di aprile sa proporre, 19 studenti e 3 docenti arrivano
I protagonisti di questo singolare viaggio di istruzione provengono dal Liceo Scientifico E. Boggio Lera di Catania. Durante il normale orario scolastico hanno lavorato sulla storia della mafia e completare “sul campo” questo progetto è sembrato loro del tutto naturale. Procediamo con ordine. La prima tappa è rappresentata dalla visita alla casa-museo Peppino e Felicia Impastato, a Cinisi. Nella testa di tutti le immagini de “I cento passi”, prima ancora che i documenti letti e studiati. Nessuno spazio per la retorica, però, nelle parole di Salvo Vitale (nel film è il compagno dai capelli rossi, sempre accanto a Peppino), che ricostruisce speranze e delusioni. Parla soprattutto delle difficoltà di chi lotta la mafia nei territori dove essa è più radicata. Ma ricorda, anche, che quello di Peppino (grazie alle continue e generose mobilitazioni di tanti anni) non è rimasto un delitto impunito e che le intuizioni di Radio Aut suggeriscono, ancora oggi, un terreno originale di impegno. Alla fine, tutti a contare i famosi cento passi.
Da Cinisi, attraversando la valle dello Iato, positivamente segnata dall’impegno di Danilo Dolci, si giunge a Corleone. Grazie all’incontro con i ragazzi del locale Circolo ARCI, proviamo tutti a vivere dall’interno le contraddizioni di un centro dove convivono e si incontrano quotidianamente e naturalmente, (cosa che difficilmente avviene nelle grandi città), chi lotta la mafia e chi ne fa parte. Si tratta di un centro caratterizzato da grandi bellezze naturali, come la Ficuzza e Rocca Busambra, da una grande tradizione di lotte per la terra (Placido Rizzotto), ma anche dalla difficoltà di costruire una cultura della legalità ampiamente condivisa. Alla fine la sensazione prevalente è quella di un impegno veramente generoso, che non ha ancora “sfondato”. In questa situazione, far funzionare l’”Ostello” può aiutare a costruire un futuro diverso.
Significativa, dunque, questa esperienza. Tutta l’esperienza, perché imparare a dividersi i compiti, organizzare la vita di una collettività, rispettare tempi e spazi degli altri aiuta, comunque, a crescere. E non fa niente se lavare poche posate per qualcuno si è dimostrato impresa particolarmente complicata. C’è tempo per migliorare.
La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…
In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…
Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…
Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…
Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…
Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…
View Comments
Aver definito quest'esperienza come "singolare" ritengo sminuisca in sostanza i particolarissimi giorni trascorsi a Corleone.Se parlare tanto di "Mafia" a volte può creare scompiglio,averlo fatto in classe sotto la guida dei professori è stato davvero stimolante e decisamente "Illuminante".Grazie alle attività di Corleone la classe è infatti riuscita a concretizzare i tanti discorsi affrontati in classe sul tema mafia.Aver visto con i propri occhi i luoghi chiave della storia mafiosa ed aver incontrato gente cosi decisa e ferma nella lotta antimafia ha sicuramente acceso in tutti i presenti il desiderio di fare del nostro futuro una realtà limpida e sicura.Il vero sogno ora è quello di fare in modo che i progetti di questi ragazzi dell'ARCI non restino solo i "loro progetti" e che diventino condivisi dai "molti" che ancora oggi non hanno ancora voluto alzare la testa e dire NO,IO NON CI STO.
E complimenti anche a voi "scomodi" di Argo!
Un Saluto al prof,Dario