Che i centri “di accoglienza” della nostra bellissima Lampedusa fossero disumani ce lo hanno detto in molti: osservatori, volontari e giornalisti (in primis Fabrizio Gatti, fintosi clandestino).
Adesso, senza finzioni, si chiamano CIE (Centri di identificazione e di espulsione). Ma perché espellere, se possiamo evitare che approdino? Nessuno saprà se, tra coloro che volevano entrare, ci fossero anche persone che, secondo il diritto internazionale, avrebbero i requisiti per chiedere asilo e per riceverlo. Riportiamoli indietro e chiudiamo gli occhi sulla miseria, sul dolore, sulla violenza.
Come sia la Libia alla quale abbiamo “restituito” i disperati in arrivo sulle nostre coste ce lo dice Gian Antonio Stella sul Corriere del 9 maggio
Prima di leggere questo articolo potevamo sentirci nel giusto. Dopo tutto non possiamo accogliere sempre e comunque… E poi ci sono i rischi per la sicurezza, gli immigrati che ci rubano il lavoro, e altri luoghi comuni con cui ci hanno fatto il lavaggio del cervello, sfruttando le nostre legittime preoccupazioni e strappandoci un consenso ( e spesso un voto) assolutamente immeritato.
Ma adesso che abbiamo letto e sappiamo, nessuno può considerarsi a posto con la propria coscienza.
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No,prima di leggere quell’articolo non potevamo affatto sentirci nel giusto innanzitutto perchè li respingiamo in un paese che non ha firmato la convenzione di Ginevra,poi perchè l’art. 11 prevede il principio del “non respingimento”( e noi l’abbiamo firmata…),poi ancora perchè in mezzo a quei migranti ci sono persone che fuggono da guerre e persecuzioni e hanno diritto allo status di rifugiato e …per mille altri motivi che conoscevamo bene anche prima di leggere quell’articolo.
Quello che sta succedendo è indegno di un paese civile ed è inammissibile.
elvira iovino