Evidentemente c’è qualche magistrato che ogni tanto guarda la televisione, almeno quella che fa buona informazione.
La scorsa settimana, infatti, è saltata fuori la notizia che la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, avendo finalmente preso sul serio le affermazioni fatte dal sindaco Stancanelli, nel corso dell’intervista concessa a Report, a proposito dell’elenco inventato di opere pubbliche stilato in tutta fretta per giustificare in qualche modo la richiesta al Cipe degli ormai famosissimi 140 milioni di euro, da utilizzare in effetti solo per coprire una parte degli abissali e indefinibili disavanzi dei conti comunali lasciati in eredità da Scapagnini.
La stessa notizia in effetti Stancanelli l’aveva già anticipata a novembre 2008, nel corso di un incontro tenutosi a Cittainsieme, ma evidentemente non aveva parlato a voce abbastanza alta da poter essere sentito laddove era necessario.
Fin dall’inizio di questa penosa vicenda, peraltro, tutta la stampa libera aveva segnalato che trattavasi di fondi FAS comunque già destinati a Catania, solo che avrebbero dovuto servire a provvedere la città di importanti opere pubbliche (strade, scuole, ecc.) e che quindi sarebbero stati solo stornati da un capitolo di spesa a un altro.
D’altra parte, come ha ben documentato F. Marano su “Il dito”, la Sezione di controllo della Corte dei conti regionale aveva già espresso ripetutamente i suoi dubbi sull’esistenza di debiti fuori bilancio, sull’efficacia delle azioni messe in atto per rimettere ordine nella gestione della Partecipate, sul presunto risparmio derivato dal riordino della pianta organica degli impegati comunali, sulla possibilità tecnica di poter ancora ripianare i debiti pregressi.
Un recente contributo di A. Condorelli, collaboratore di Report, sta rischiando di mutare in farsa quella che è in effetti una tragedia collettiva. Pare infatti che la giunta Stancanelli più che inventarsi una lista di opere da mettere in cantiere si sia limitata a riprendere il Piano triennale delle opere pubbliche già approvato nel giugno dello scorso anno dal Commissario straordinario Vincenzo Emanuele limitandosi ad aumentarne il costo moltiplicandolo per 1,2 e ne ha aggiunte di nuove, maggiorandone il costo dell’1,5.
Solo qualche esempio: la scuola media di viale Moncada 7 passerebbe da € 4.000.000 a € 4.800.000; il collegamento fra via S. Giacomo e viale Tirreno passa da 19.108.900 a 28.663.000; e via di questo passo.
A mettere la cieligina sulla torta ci ha pensato il ragioniere che ha calcolato, sbagliandolo, il totale degli interventi previsti: ha scritto 222.555.000 ma in effetti è di 246.555.000.
L’intervento della Magistratura potrebbe definitivamente mettere in questione l’arrivo di questi ormai mitici 140 milioni: riusciranno allora i nostri eroi a non fare definitivamente affondare la già scassatissima barca etnea?
>>Vai all’inchiesta di A.condorelli sul QDS
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