Poichè la notizia riguarderebbe un regalo di diversi milioni di euro fatti dal Comune alla Società Acque di Casalotto, il titolo non è solo un modo di dire ma va preso alla lettera.
Si tratta di questo: due diversi comunicati stampa, uno a firma dei consiglieri comunali del PD D’Agata e Zappalà e un altro emesso dalla federazione catanese di Rifondazione Comunista, informano la distratta cittadinanza di come la nostra Amministrazione comunale non solo non sia in grado di riassestare i suoi disatratissimi conti, ma sembra adoperarsi alacremente per renderli ancora più deficitari.
Esisteva da anni un contenzioso fra il Comune di Catania e la Società acque di Casalotto che vedeva il Comune debitore di 5 milioni di euro ma a sua volta creditore dalla stessa di 16,278 milioni di euro. Il 19 marzo 2008, l’allora Commissario straordinario Vincenzo Emanuele, il quale avrebbe dovuto gestire solo l’ordinaria amministrazione in attesa dell’elezione del nuovo Consiglio comunale, in gran segreto si premurò di chiudere il contezioso azzerando i rispettivi debiti e regalando di fatto a Casalotto circa 11 milioni di euro.
Due piccoli dettagli: quelle cifre a debito e a credito risultano, secondo i firmatari dei comunicati stampa, iscritti nel bilancio preventivo del 2008 già approvato; per quanto inoltre sia stata richiesta, scrivono D’Agata e Zappalà, “sembra che non esista alcuna relazione della direzione competente ed anche dell’Avvocatura Comunale in merito all’opportunità ed alla convenienza per l’Amministrazione comunale della transazione”.
Non è inutile ricordare ancora che il legale rappresentante della Casalotto è l’attuale presidente della sezione catanese di Assindustria: è un altro caso per cui si può affermare (trattandosi appunto di acqua) che “una mano lava l’altra?”
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