Riela group e i furbetti di Palazzo Minoriti

Pare che il Consiglio Provinciale straordinario, convocato più volte, tra l’8 e il 9 Aprile, per affrontare il problema dell’occupazione, non abbia potuto svolgersi regolarmente per mancanza del numero legale dei componenti.
Lo si evince anche dai Comunicati stampa inviatici dalla locale sezione del partito della Rifondazione Comunista. Quest’ultima ha formalmente chiesto che l’Amministrazione provinciale sostenga in modo concreto la Riela group, l’unica azienda del catanese confiscata alla mafia, perchè appartenente ad una famiglia ritenuta organica al clan Santapaola.
“In tal senso abbiamo richiesto che la Provincia regionale di Catania, le aziende partecipate e le società in cui siedono membri nominati dall’amministrazione provinciale, si servano dei servizi offerti dalla Riela Group”, ormai passata alla proprietà del Demanio, da cui è anche gestita.
Nel comunicato di Rifondazione si legge ancora: “L’azienda Riela Group svolge attività di logistica e di manutenzione e riparazione di automezzi. Noi crediamo che dalle istituzioni e dagli enti locali debbano venire scelte emblematiche per sostenere l’unica azienda confiscata alla mafia della nostra provincia.” Alle istituioni (Comune e Provincia) si chiede chiede, nel concreto, di affidare a questa azienda, ormai sottratta ad interessi mafiosi, la fornitura di alcuni servizi, comunque indispensabili e attualmente affidati ad altri operatori, per permetterle di sopravvivere e per garantire anche “l’occupazione dei 24 lavoratori dipendenti.” (Leggi la Proposta in versione integrale)
Non era detto che la Provincia dovesse rispondere in modo immediato e positivo a questa richiesta. Avrebbe potuto mostrare delle perplessità o un atteggiamento di prudenza. Avrebbe potuto esprimere la volontà di verificare la qualità dei servizi che le si propone di scegliere, in modo da non trasformare il proprio intervento in assistenzialismo. Ma pare che le cose siano andate in modo diverso.
Invece di affrontare il problema,  cosa fanno i nostri consiglieri (quelli di centro-destra, secondo i comunicati suddetti)? Al momento del voto se la svignano (Leggi il Comunicato Stampa dell’8 Aprile 09). Così non possono essere accusati di aver preso posizione contro la proposta (se lo facessero, apparirebbero indifferenti ad un grave problema sociale), ma soprattutto non corrono il rischio di inimicarsi coloro che remano contro la Riela (saranno mica gli stessi mafiosi?). Se poi, non accettando di discutere la proposta, si evita di dare soddisfazione agli avversari politici, tanto meglio…
Ma perché perdere il gettone di presenza? Pare che abbiano inventato un metodo infallibile per salvare capra e cavoli: mettere le firme di presenza, ma allontanarsi al momento del voto. (Leggi il Comunicato Stampa del 9 Aprile 09)
Non è un caso che, invece,  un’ associazione antimafia attiva e coraggiosa come “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” abbia creduto opportuno pubblicizzare, anche su Facebook, la scelta di  Libera Terra Mediterraneo di servirsi della Riela Group come azienda fornitrice dei servizi necessari. Libera Terra Mediterraneo è un soggetto imprenditoriale fondato dalle cooperative sociali “Pio La Torre”, “Placido Rizzotto” e “Terre di Puglia”che gestiscono centinaia di ettari di terreno sottratti alle mafie in Sicilia e in Puglia, da cui provengono i prodotti biologici Libera Terra e i vini Centopassi: le cooperative trovano in Riela un collaboratore in estrema sintonia con il progetto di riqualificazione dei beni mafiosi”. (Leggi la Nota in versione integrale)
Nei fatti, tuttavia, la Riela Group,  in passato azienda florida e in continua espansione, è ormai in perdita e i suoi dipendenti (passati da 200 a 24)  rischiano il posto di lavoro.
Esamineremo presto le problematiche relative a questa crisi, cercando di capirne di più.

mariagrazia

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  • ciao
    sono sicuro della buona fede con cui vi impegnate per non far perdere lavoro a Catania,ma su come è stata gestita la riela dopo la confisca è ovvio non se ne vuole parlare,questo è l'epilogo di una gestione scriteriata e allegra che ha visto dissolversi un bene grazie a lavori a perdere ritardi nei pagamenti chiaro scuri sulla gestione del personale che arrichiscono il già cospicuo lavoro dei giudici del lavoro,come mai gli autisti assunti dalla riela confiscata alla mafia si dimettevano pur in assenza di nuovo lavoro o venivano licenziati sempre senza preavviso per motivi ''disciplinari''e vra la storia in cui l'amministratore all'inaugurazione di IKEA abbia fatto shopping utilizzando un mezzo aziendale e autisti,mentre i lavoratori avevano ritardi di diversi mesi negli stipendi,se chiude la riela bisogna mettere sul banco degli imputati tutti coloro che la hanno portato alla chiusura partendo dall'alto,la sapete l'ultima io sono uno dei ''licenziati per motivi disciplinari''nell'epilogo in corso abbiamo pensato bene insieme agli altri licenziati di far proporre al nostro avvocato una mediazione i cui la riela a solo da guadagnarci,
    non abbiamo mai avuto neanche una risposta.
    che schifo
    saluti
    Pietro

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