Sorprendente Catania! Mentre le Istituzioni continano a dormire il sonno dei giusti (che fine ha fatto, tanto per fare un esempio, il progetto relativo all’ex Manifattura tabacchi di piazza san Cristoforo? E dell’infinita telenovela del Museo di Castello Ursino, vogliamo parlarne?), i privati, almeno nel campo delle inziative museali, riescono di tanto in tanto ad accendere dei bagliori di speranza. Anni addietro ha aperto la strada il Museo diocesano, l’anno passato ha inaugurato un suo museo la stilista Marella Ferrera, nei giorni scorsi è stata la volta di ben due nuove iniziative riguardanti l’arte contemporanea.
Nello splendido palazzo Valle di via Vittorio Emanuele, il maggiore esempio di architettura civile privata che ci abbia lasciato Vaccarini, appena restaurato dalla Fondazione Puglisi Cosentino, ha appena aperto i battenti la mostra Costanti del classico nell’arte del XX e XXI secolo, una rassegna che, attraverso oltre 70 opere dei più prestigiosi artisti del periodo – si va da Degas a Matisse, da Picasso a Mondrian, da Kandinskij a Burri, e poi ancora Fontana, Moore, Morandi, Rothko, De Chirico, Man Ray, Martini, Sironi, Duchamp – propone una serrata riflessione su come il concetto di ‘classico’, e le sue articolazioni di armonia, equilibrio, proporzione, abbiano attraversato e siano stati reinterpretati dall’arte contemporanea.
Negli stessi giorni ha aperto i battenti una mostra personale, Fortino 1, firmata dal giovane artista tedesco M. Beutler, all’interno di una ex fabbrica di liquirizia – uno dei tanti esempi di architettura industriale dei primi del ‘900 disseminati nella nostra periferia – situata nel cuore del quartiere di San Cristoforo (via Gramignani 93), recuperata e destinata a “spazio d’arte” dalla Fodazione Brodbeck-arte contemporanea (ma il sito è ancora in costruzione) in cui mettere in relazione le forme espressive dell’arte contemporanea con la storia e il contesto sociale della città.
Ci sembra inoltre di grande significato il fatto che si sia scelto di collocare le due iniziative in edifici posti nel cuore di due quartieri storici, oltre che popolari, della città: la Civita e la Salette, perchè siamo convinti che una rinascita della città non potrà avvenire se non riannodando con intelligenza il presente alle sue radici più ricche di storia e di umanità.
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