Quello che abbiamo scoperto leggendo l’elenco dei partecipanti alla tradizionale processione per l’offerta della cera a s. Agata, ha qualcosa di strabiliante. La lista è aperta dalle rappresentanze del clero e delle associazioni religiose. Fin quì tutto regolare, anche se si tratta di un elenco ormai interminabile: sembrano più le persone che sfilano, sotto i titoli più vari e fantasiosi, di quelle che stanno a guardare.
C’era pure lo stendardo dell’AMT, i cui dirigenti forse attendono un miracolo per i bilanci della loro azienda. Presente anche ASEC e Autorità Portuale, assente la SIDRA. L’unica presenza che ci ha proprio insospettito è quella dei posteggiatori di SOstare: a quale scopo?
Tuttavia l’aspetto più interessante e sorprendente in assoluto è costituito da un abnorme elenco di Ordini cavallereschi che rallegrano la sfilata, con le loro variopinte mises.
Viene da pensare che a Catania si sia realizzata una originale sintesi fra le diverse scuole di pensiero sul modo con cui sorgono alcuni tipi di aggregazione. Nel Vangelo c’è scritto che dove due o tre sono riuniti in nome di Gesù, li c’è una comunità cristiana; degli italiani in genere si dice che basta metterne tre insieme per far nascere un partito politico; a Catania invece si può affermare che, dove due o tre sono riuniti in nome di s. Agata, lì nasce un Ordine cavalleresco.
Alcuni di essi li abbiamo sempre visti, altri, si annota, partecipano per la prima volta.
Le new entry: 1. Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Gerusalemme, Gran priorato Malta Europa; 2. Ordine Ospedaliero della Campana della “Mater Iuventutis”; 3. Militare Ordine di S. Agata dei Paternò; 4. Ordine Imperiale Militare Lamantino Angelico Costantiniano; 5. Associazione Italiana della Confraternita dei cavalieri di S. Giorgio di Borgogna; 6. Ordine Sovrano Militare del Tempio di Gerusalemme, Priorato generale d’Italia; 7. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme; 8. Real Compagnia di S. Maria della Mercede; 9. Poveri Cavalieri di Cristo; 10. S. Maria di Betlem; 11. Unione Cavalleria Cristiana (Guardie d’onore ai Santuari).
I soliti noti: i cavalieri e le dame degli Ordini Equestri Pontifici di Malta, del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di S. Silvestro papa, di S. Gregorio Magno.
Piccolo test di intelligenza. Nell’elenco ne abbiamo inserito uno inesistente e di fantasia: quale è?
Sorge un dubbio, però: se ci sono tanti cavalieri e cavallerizze, dove diavolo terranno tutti i rispettivi cavalli?
Certo è consolante sapere che ci siano tanti esponenti della buona (si presume) borghesia oltre che della improvvisamente rinata ma antica aristocrazia che, portamento fiero e sguardo aquilino, si mettono assieme anche per sorvegliare e prendersi cura delle sorti della nostra città, come abbiamo quotidianamente occasione di constatare.
Ma davvero non è possibile esprimere in modo più autentico e sobrio la propria devozione alla Santa?
P. S.: un altro miracolo sta allungando il palmares della nostra Patrona. Le buche, quando non le voragini, delle strade interessate al percorso del fercolo che porta a spasso le sue reliquie sono improvvisamente scomparse. Oh potenze del cielo!
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