L’istituzione del nuovo comando militare USA per le operazioni nel continente africano, AFRICOM, comporta che una parte delle attività di direzione, controllo ed intervento vengano ospitate dalle maggiori installazioni che le forze armate statunitensi possiedono in Italia. Negli ultimi tre anni, Sigonella si è trasformata da stazione per il pattugliamento marittimo nel Mediterraneo in vero e proprio “hub multiruolo” per le missioni di trasporto strategico dell’US Air Force in Asia e in Africa. Con gli interventi degli Stati Uniti post 11 settembre 2001, la base siciliana ha infatti fornito il supporto logistico agli aerei cargo provenienti dagli USA e diretti ai teatri di guerra orientali. Di conseguenza, decine di aerei cisterna per il rifornimento in volo di bombardieri e aerei da trasporto saranno trasferiti in Sicilia.
Il futuro prossimo di Sigonella sarà dunque segnato dal sovraffollamento aereo. Ai rischi di collisione aerea, per il vicino aeroporto civile Fontanarossa, va poi aggiunto l’alto numero di caccia, elicotteri e velivoli da trasporto precipitati nelle campagne e nelle acque circostanti la base aeronavale.
Il trasferimento in pianta stabile a Sigonella dei nuovi aerei statunitensi, avrà inoltre impatti ancora più rilevanti sulla salute della popolazione. C-5, C-17, C-130, C-141, KC-10 e KC-135 sono infatti tra gli aerei militari che più contribuiscono alla dispersione nell’ambiente delle cosiddette “scie chimiche”, emissioni in cui si registrano pericolosissime concentrazioni di veleni e sostanze cancerogene, quali alluminio, arsenico, cobalto, etilene dibromide, mercurio, ossido di titanio, piombo, quarzo, sali di bario, silicio, torio, uranio, ecc.
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