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Briganti Rugby, alla ricerca del campo perduto

L’ associazione Oltre la periferica e il centro di aggregazione popolare GAPA hanno espresso la loro solidarietà ai Briganti Rugby di Librino, società sportiva che opera all’interno del quartiere, offrendo a molti ragazzi un’importante opportunità di realizzazione personale e di riscatto sociale.
Con un comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente qui di seguito, i Briganti denunciano le difficoltà di utilizzo delle strutture pubbliche, spesso in stato di abbandono, e il rischio di dover interrompere un’attività di grande valore formativo.
Ecco il comunicato:
Dopo aver atteso invano per mesi che almeno alcuni degli impegni assunti nei nostri confronti si trasformassero in realtà, crediamo sia opportuno che la città in cui cerchiamo di portare avanti un progetto di sport sociale sappia in che condizioni siamo costretti ad operare. Ad oggi, i nostri ragazzi (un centinaio i tesserati tra under 9, under 11, under 13 e serie C) beneficiano per appena novanta minuti settimanali degli impianti pubblici.
O meglio, disponiamo di un turno serale – in pratica inaccessibile ai piccoli, dato l’orario – che dividiamo con un’altra squadra di rugby, il San Gregorio, turno che paghiamo anticipatamente per intero, spesso senza poter usufruire neanche della doccia per mancanza di gasolio per il riscaldamento.
Le nostre under (i ragazzini che con grande difficoltà cerchiamo di “distogliere” da altre meno nobili attività) non hanno un campo sul quale allenarsi e giocare. I tecnici volontari il pomeriggio radunano i ragazzi e partono alla ricerca di uno spazio sul quale correre e giocare, una volta in un parcheggio, un’altra in un cortile di una scuola, un’altra ancora nell’impianto San Teodoro, qualora questo non sia già occupato.
Questo poichè la vergogna dell’impianto San Teodoro – che dovrebbe essere una risorsa per tutto il quartiere! – è da mesi sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei nostri amministratori, che non riescono a reperire le due lirette necessarie per coprire le spese di un dipendente che apra l’impianto almeno i pomeriggio, in modo che torni ad essere pubblica proprietà e non terra di nessuno dove i teppisti la fanno da padrone. Al riguardo le belle intenzioni dell’assessore Antonio Scalia e della presidente della municipalità Loredana Gioia, più volte paventateci, restano fiato nel vento e così l’impianto rimane chiuso ed i ragazzini restano per strada.
Ci domandiamo quanto il non avere alle spalle apparati politici o dipotere influisca su questo modo così incomprensibile di rispondere alle nostre richieste e di gestire le risorse pubbliche. Problema che non riguarda soltanto noi briganti rugby, ma un intero quartiere che viene una volta di più umiliato e dimenticato, insieme a tutti quelli che come noi al “si dovrebbe fare” preferiscono rispondere con il “fare quotidiano”.
Non possiamo poi che essere addolorati dal fatto che molti dei ragazzi che avevano intrapreso un percorso sportivo e di aggregazione con il nostro gruppo negli scorsi anni, oggi di fronte alla precarietà dell’offerta che giocoforza possiamo mettere in campo vada via e ritorni ad un vivere quotidiano fatto di certezze negative e di strade segnate.
Chi pagherà per questo crimine?
La domenica la squadra dei briganti rugby di serie C và in giro per la Sicilia portando con fierezza il nome di Catania e di Librino
raccontando un’esperienza di aggregazione sportiva che lotta quotidianamente per l’emancipazione di un territorio così difficile; nessuno potrebbe immaginare quanto, purtroppo, questo progetto venga ostacolato da chi invece dovrebbe proteggerlo e sostenerlo.
http://www.ibrigantirugbylibrino.it/

Argo

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